Bruxelles, via libera all'Emendamento Doha e nuovi limiti alle emissioni degli impianti di combustione
In attesa di Cop21 il Parlamento europeo vota la riduzione del 20% della CO2 entro il 2020 e la Commissione ambiente impone tetti alle emissioni di particolato, anidride solforosa e biossido di azoto
07 May, 2015
Luce verde
del Parlamento europeo al prolungamento dell'impegno del
protocollo di Kyoto fino al 2020. La Commissione ambiente ha
approvato a larga maggioranza (60 voti a favore e tre contrari)
'l'Emendamento di Doha', che ora sarà sottoposto alla
plenaria di giugno e poi adottato dal Consiglio Ue e dagli Stati
membri.
Per l'Unione europea questo voto implica una riduzione del 20% della CO2 entro il 2020 rispetto al 1990, già fissata dall'Ue con il pacchetto clima-energia, ma è un segnale significativo a livello dei negoziati Onu per la lotta contro i cambiamenti climatici. Firmato nel 1997 e ratificato dall'Ue nel 2002, il protocollo di Kyoto aveva fissato un limite annuale vincolante alle emissioni di gas serra per i firmatari - una riduzione dell'8% rispetto ai livelli del 1990 - per il periodo 2008-2012. Il secondo periodo di impegno, dal 2013 al 2020, è stato concordato alla conferenza sul clima di Doha a dicembre del 2012 e serve a coprire il gap fino alla data in cui dovrebbe entrare in vigore l'accordo attualmente in fase di negoziazione, atteso dalla conferenza Onu di Parigi di quest'anno.
L'Europarlamento,
inoltre, è pronto a imporre limiti alle emissioni degli impianti
di combustione fra 1 e 50 MW, che interessano impianti di
riscaldamento per grandi edifici o condomini, oppure piccole
industrie. La Commissione ambiente ha dato il primo via libera
al testo che impone tetti alle emissioni di particolato, anidride
solforosa e biossido di azoto e ha dato quindi il mandato al
relatore, il polacco Andrzej Grzyb, per l'avvio dei negoziati
con gli Stati membri il 21 maggio prossimo (61 voti a favore,
tre contrari e cinque astensioni).
I limiti che saranno fissati dalla nuova normativa in discussione entreranno in vigore in diverse date a seconda della potenza dell'impianto: 2020 per quelli sopra i 15MW; 2022 per quelli fra i 5 e i 15MW; 2027 per quelli da 5MW o meno. Secondo le stime Ue, sono almeno 143mila gli impianti di questo tipo in Europa, ancora sprovvisti di regole sugli inquinanti. Mentre i più piccoli sono coperti dalla legislazione Ue sull'ecodesign e quelli più grandi dalla direttiva sulle emissioni industriali, generatori elettrici, impianti di riscaldamento o condizionatori condominiali ancora non rientrano in una normativa europea sulle emissioni.
(foto di €nron)