Raccolta differenziata ad Expo a rischio. Una lettera di Eco dalle CittÃ
La raccolta differenziata all'interno di Expo non funziona bene. Paolo Hutter: " Destinare i volontari dell'esposizione universale ad aiutare i visitatori nella corretta gestione dei rifiuti"
13 May, 2015
Questa è una lettera sul problema della raccolta differenziata ad Expo, che inviamo ai nostri interlocutori, ai soggetti con i quali a vario titolo Eco dalle Città si rapporta nello spirito di Milano Recicle City: Amsa, parte sostenibilità di Expo, Comune, Conai, Assobioplastiche.
La raccolta differenziata a Expo rischia di andare sprecata.
Quale sia il problema è presto detto. A fronte di un notevole ed encomiabile sforzo organizzativo, a fronte di una dotazione di ben tremila contenitori differenziati, l'attenzione dei visitatori nell'usarli è troppo scarsa. E quindi presumo che il contenuto dei cestini sia quasi del tutto inutilizzabile ai fini del riciclo, a meno di immaginare che qualcuno o qualche impianto si dedichi a ri-differenziare quanto è stato pasticciati dai visitatori Expo.
Che fare allora? Non diciamo niente per non rovinare l'immagine? Ma la cosa è sotto gli occhi di tutti. Inoltre secondo un nostro modesto e informale calcolo se 10 mila tonnellate che dovrebbero essere differenziate e avviate a riciclo tornano invece a smaltimento ci sono maggiori spese e minori incassi per un milione e mezzo di euro. A carico di chi? Di Expo o di Amsa? Questo non lo so bene.
In ogni caso ci pare che ci sia una unica possibilità di rimontare la china. Una soluzione massiccia, semplice e radicale.
Volgere le attenzioni dei volontari presenti in Expo al comportamento dei visitatori nella gestione dei rifiuti.
Se le "stazioni ecologiche", ovvero i punti in cui vi sono da due a cinque contenitori affiancati, sono 800, l'ideale sarebbe che ci fosse sempre un volontario accanto ai cestini per consigliare e controllare i visitatori. Non credo si tratti di una proposta impossibile.
A Torino al Salone del Gusto la raccolta differenziata è riuscita perchè Legambiente è riuscita a mobilitare e distribuire ben 240 volontari ( 120 a turno) dedicandoli prevalentemente a fare "la guardia ai bidoni", tutto il tempo.
A questo naturalmente andrebbe aggiunto un avviso molto forte e chiaro all'ingresso e magari anche durante
il percorso. Spero ci sia un dialogo immediato sulla questione. E se magari c'è già stato e avete già individuato la soluzione
di utilizzare in modo dedicato i volontari, tanto meglio, scuserete l'intrusione.
Grazie per l'attenzione,
Paolo Hutter per Eco dalle Città
p.s. ci sono ovviamente anche i temi dello spreco di cibo e della utilizzazione preferenziale di bioplastiche compostabili, ne parleremo.