EXPO e rifiuti, tanti cestini e svuotamenti ma ancora poco controllo
Tantissimi i cestini per la differenziata ad EXPO e AMSA onnipresente, ma molti rifiuti (come lo stovigliame compostabile) sono ancora mischiati. Chissà se si riesce ad intervenire sugli errori a monte. Difficile invece valutare lo spreco alimentare
27 May, 2015
Il 20 maggio siamo tornati ad EXPO a controllare la gestione
dei rifiuti e il rispetto della raccolta differenziata. Sicuramente il problema non sono
i cestini, perché se ne vedono davvero tanti. Il numero fatto in precedenza
parlava di 3000 contenitori che, considerando ogni postazione composta da 3/4
frazioni diverse, fa una media di 850 postazioni, divise tra i 2000 metri
complessivi del vialone “Decumano” e del "Cardo Italia", più le 150
strutture varie, tra macro e micro Padiglioni, servizi, sponsor. In ogni caso,
ovunque ti volti hai la possibilità di conferire correttamente un depliant di carta, una
lattina, una bottiglia o un avanzo di panino.
Anche l'efficienza di AMSA nella raccolta dei rifiuti, al primo impatto che si può avere frequentando l’Esposizione, sembra essere fuori discussione. AMSA sembra tenerci tantissimo a fare bella figura ad EXPO, da mesi sono state decise le regole della collaborazione, sono stati assunti 340 nuovi addetti per potenziare il servizio e, difatti, al sito è un continuo viavai di operatori ecologici, che svuotano cestini spesso ancora mezzo vuoti (questo abbiamo visto fare nella mattinata e nel primo pomeriggio), e comunque passano più volte nell'arco della giornata. Casomai sarebbe interessante capire se gli operatori AMSA abbiano delle direttive d'intervento dopo lo svuotamento dei cestini, ossia se possano in qualche modo "correggere" gli errori di differenziazione, che ci sono sembrati ancora troppi.
Infatti, se un visitatore abituato ad una corretta RD nella propria città non dovrebbe avere problemi, purtroppo in Italia ci sono regole spesso non nazionali ma locali nella raccolta rifiuti, come l’alluminio che a Milano va con la plastica ma in altre Regioni ancora nel vetro. Ossia, non tutti gli italiani (e immaginiamo anche gli stranieri) sono abituati a differenziare come i milanesi. Ecco perché la nostra impressione del 20 maggio è stata ancora quella di vedere tanti rifiuti alla rinfusa, mischiati tra loro e che il ruolo dei tantissimi Volontari EXPO presenti potrebbe essere più orientato a questo sostegno. Bene ad esempio i bicchierini compostabili del caffè che abbiamo visto utilizzate in molti padiglioni, ma non se finiscono nella plastica anziché nell'organico ...
Ancora da approfondire, invece, il discorso sullo spreco di cibo, così ben illustrato dall’impressionante installazione "Catastrofe", una delle rappresentazioni ospitate dal Padiglione Zero, che mostra la dimensione assurda dello spreco alimentare nel mondo, secondo i pannelli esplicativi di EXPO quantificabile in 1/3 del cibo prodotto, che oggi ancora viene buttato. Qui restiamo perplessi. Non è facile ad EXPO entrare nelle cucine e nel retro di ristoranti, self-service e bar. Qualcuno ha provato a tranquillizzarci, come negli spazi regionali di Eataly, dove il commesso ucraino dello stand Campania ci ha assicurato che in cucina ci sarebbe chi provvede a recuperare anche gli avanzi di cibo, o al ristorante del Padiglione Slovacchia, dove lo chef ci ha detto che la logica dei ristoranti di EXPO è quella del “just in time”, si cucina al momento e solo quanto serve in giornata, sprechi od eccedenze non ve ne sarebbero. E' vero che i prezzi medi del mangiare ad EXPO sono purtroppo alti e sicuramente i visitatori ci pensano su prima di ordinare piatti che non mangerebbero, ma capire cosa succede in cucina e a fine giornata è ancora piuttosto difficile.