Giocare per risparmiare. Cronache dal progetto "Più con Meno"
Quarta puntata del progetto in Alta Valsugana. Questa volta si parla di un nido che utilizza dei kit fatti con materiale di recupero. Da qui la nascita di una filiera che va dal recupero delle stoffe fino alla commercializzazione
26 May, 2015
di Antonio Castagna
A.M.I.C.A. (Attività Motorie Itinerari Corporei Animazione) è una cooperativa sociale (http://www.amicacoop.net/) che ha inventato una tipologia di nidi che veicola con il marchio “N.E.MO” (Nido Eco Motorio). Attualmente i nidi N.E.MO sono sei, tutti in Trentino. Un altro aprirà nel 2017 e la cooperativa conta di diffondere il marchio e la sua metodologia anche altrove. Il nido funziona seguendo due linee guida, l’ambiente e il movimento. Ad esempio i bambini si muovono in uno spazio privo di ingombri e sono invitati a giocare con oggetti di recupero: stoffe, cartoni, inventandosi, insieme alle maestre, i giochi e le situazioni. Il nuovo asilo che aprirà nel 2017 a Roncegno, sempre in Valsugana, sarà un prefabbricato in legno, di classe A, che verrà messo a disposizione del paese. Per quale motivo, si sono chiesti, gli spazi dell’asilo non possono essere utilizzati da altri, ragazzi e adulti, quando le attività sono concluse? Il nuovo asilo lo hanno progettato insieme a un architetto, Nicola Menini (www.soste.eu) che lavora secondo le linee guida dell’architettura organica.
Questa idea di mescolare le attività, di coinvolgere diversi soggetti, è alla base anche del progetto che ha vinto il bando “Più con Meno”. Il progetto si chiama TiRigiro. L’idea è che il kit che normalmente viene acquistato dai genitori e affidato ai bambini quando si iscrivono al nido: bavaglini, asciugamani, grembiulini, vestiti, ecc. sia realizzato da una cooperativa sociale che si occupa, tra le altre cose, di disagio psichico, partendo dal progetto di una giovane stilista, Giada Gaia Cicala, che ha trovato il modo di semplificare il processo di realizzazione. Problema sempre difficile da affrontare per chi recupera materiali. In pratica ha utilizzato vecchie camicie dei genitori per realizzare i grembiulini, tovaglie e lenzuola per tutto il resto. I materiali sono stati in parte recuperati dai genitori stessi, in parte da una casa di riposo che stava dismettendo lenzuola e asciugamani. L’ipotesi che hanno fatto è di partire da una piccola produzione destinata ai nidi N.E.MO e poi di cercare dei canali di commercializzazione più ampi attivando una vera e propria filiera che va dal recupero delle stoffe fino alla commercializzazione.
Nel frattempo, sta per uscire una collana sul loro modello pedagogico, presso un editore trentino, www.publistampa.com. Il primo volume è dedicato a presentare e raccontare giochi da realizzare utilizzando materiale di recupero che è possibile trovare in qualsiasi casa, si intitolerà “Più con Meno”, l’autrice è Beatrice Andalò, che è anche la Presidente della cooperativa A.M.I.C.A.
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