Spreco alimentare, in Francia potrà diventare reato
Giovedì 21 maggio l'Assemblea nazionale ha approvato tre emendamenti alla legge sulla transizione energetica con l'obiettivo di frenare lo spreco alimentare proveniente dai supermercati
26 May, 2015
Lo spreco alimentare in Francia diventerà, dopo l'approvazione in Senato, un reato. Giovedì 21 maggio infatti l'Assemblea nazionale ha adottato la proposta avanzata dall'ex ministro dell'Alimentazione Guillaume Garot, per frenare lo spreco alimentare proveniente dai supermercati.
Si tratta di uno degli effetti della legge sulla transizione energetica presentata dalla Ministra all'Ecologia Ségolène Royal, nell'estate 2014. Un progetto di legge che stabilisce gli strumenti operativi per ridurre i consumi energetici della Francia e che ha tra i suoi punti cardine la “lotta contro gli sprechi e la promozione dell'economia circolare, cambiando i modelli di produzione, distribuzione e consumo, promuovendo una nuova politica industriale, risparmiando le risorse per ridurre l'impatto ambientale”.
“Un passo avanti” lo ha definito alla luce dell'importante riguardante gli sprechi alimentari in Francia, e cioè che ogni cittadino butta nella spazzatura dai 20 ai 30 chilogrammi di prodotti alimentari a uso domestico all’anno, per un valore compreso tra i 12 e i 20 miliardi di euro. Ma non solo, anche perché detta regole precise da attuare entro il luglio del 2016. Nella proposta di legge è infatti indicato che la grande distribuzione sarà costretta, pena una multa fino a 400 euro e due anni di reclusione, a donare il proprio invenduto ai senzatetto o a stringere accordi con le associazioni di volontariato a cui donare l'invenduto, oppure a destinare all'alimentazione animale o al compost.
Una proposta che non è stata accolta con favore dalla FdC, la Fédération du Commerce et de la Distribution, che rappresenta la grande distribuzione. Secondo la Federazione, infatti, lo spreco generato dai supermercati rappresenta solamente il 5% dello spreco totale e i supermercati rappresenterebbero già i principali donatori di cibo, avendo stretto più di 4.500 accordi tra punti vendita e associazioni.
"Un'iniziativa interessante per molti motivi, ma soprattutto perché finalmente offre una risposta istituzionale a un problema vergognoso che molto fa parlare ma che fino a ieri non sembrava avere la forza di muovere interventi di carattere politico e normativo diretto". Questo il commento di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, sull'importante passo in avanti compiuto dalla Francia. "La proposta del governo francese va applaudita perché, sebbene a far notizia sia stata l'istituzione di pene severe per chi continuasse a gettare l'invenduto, il vero nocciolo è la realizzazione di programmi di educazione nelle scuole primarie" .
E infatti è dall'educazione e dalla sensibilizzazione anche ai singoli che è possibile arginare l'elevata quantità di cibo buttato in spazzatura anche se ancora edibile.
In merito alla decisiva proposta di legge avanzata in Francia, Gregorio Fogliani, presidente di QuiFoundation, la Onlus che ha avviato il progetto "Un pasto buono" sottolinea come si tratti di un precedente importante in Europa. "Ad oggi, in Italia, donare l'invenduto è quasi una lodevole eccezione. Eccezione che spaventava non poco gli esercenti e le Onlus per le possibili conseguenze legali. La legge approvata in Francia crea un precedente positivo. Viene finalmente riconosciuto il principio opposto, secondo cui non sprecare è il primo dovere di tutti, e le conseguenze legali saranno semmai nei confronti di chi non lo fa. Questa è una legislazione lungimirante".
In Italia intanto, è stata lanciata su change.org la petizione affinché venga il governo approvi una legge che imponga ai supermercati di donare il cibo invenduto, sul modello della legge francese.
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Pacte national de lutte contre le gasPillage alimentaire 14 juin 2013
Petizione su Change.org per una legge contro gli sprechi alimentari
(Foto da Rinnovabili.it)