15 giugno è la giornata mondiale del vento, ma l'Italia non festeggia
Legambiente racconta lo stop all'Eolico OFF-SHORE in Italia e invita Renzi a cambiare verso le politiche per il clima, il Mediterraneo e l'energia. "I fatti parlano chiaro: finora scelte forti e modifiche normative solo per le fonti fossili"
14 June, 2015
Mentre in tutto il mondo oggi si festeggia l’eolico con il Wind Day, la
giornata del vento, in Italia non sembra esserci speranza per i progetti
off-shore. A largo delle coste italiane sono stati presentati in questi
anni 15 progetti di impianti eolici e sono tutti fermi, nel più totale
disinteresse del governo Renzi, come di quelli che lo hanno preceduto.
Nonostante esistano, nel nostro Paese, forti potenzialità di
valorizzazione dell’energia del vento, stimate dall'Anev in circa 2.500
MW capaci di soddisfare i fabbisogni elettrici di 1,9 milioni di
famiglie.
La questione non è marginale, perché riguarda l’energia e il clima. In
coerenza con le direttive europee, il Piano di azione nazionale sulla
promozione delle fonti rinnovabili prevedeva per gli impianti eolici
off-shore un obiettivo crescente dai 100 MW che si sarebbero dovuti
installare nel 2013 fino ad arrivare a 680 MW nel 2020.
Legambiente ha raccolto in un dossier le storie di questi 15
progetti, presentati tra il 2006 e il 2013. Nessuno è stato realizzato o
in cantiere. Perché? Chi deve decidere e come?
Contrariamente a quanto avviene in altri paesi dell’Unione europea -
come la Francia, la Spagna e la Germania, per esempio - che si sono
dotati di procedure chiare e trasparenti per la gestione dei progetti, in Italia per gli impianti eolici OFF-SHORE vige una paurosa incertezza normativa. Non esistono regole per valutare i progetti, per escludere le
aree da tutelare, per informare i cittadini; in mare non valgono
neanche le linee guida approvate per gli impianti a terra. L’assenza di
regole chiare è tale per cui le sopraintendenze hanno bocciato progetti eolici OFF-SHORE posizionati a diversi chilometri dalla costa o, addirittura come Taranto, posti di fronte all'impianto siderurgico dell'Ilva. Per motivi estetici e senza che vi siano riferimenti di alcun
tipo da seguire nell’analisi dei progetti. Tutti i progetti presentati
si sono, così, scontrati con problemi di autorizzazione da parte di enti
locali, Regioni, Soprintendenze e ministero dei Beni culturali, anche
in caso di Valutazione d’impatto ambientale positiva. L’unica
possibilità rimane allora la decisione del Consiglio dei ministri, per
dirimere i contrasti tra gli organi dello Stato.
La storia più emblematica è quella del primo progetto, presentato nel 2006, al largo delle coste del Molise e bocciato pochi giorni fa dal Governo Renzi. Nove anni di procedure, una Valutazione di impatto
ambientale positiva, ma bloccato dal ricorso della Regione Molise e dal
parere contrario del Ministero dei Beni Culturali. Il Consiglio di Stato
aveva assegnato la scelta finale al Consiglio dei ministri. Ma con una
lettera del 19 maggio la Presidenza del consiglio ha comunicato che non
si occuperà della questione, e che il progetto deve ripartire da zero.
Del resto, non migliore fortuna avevano avuto due progetti a largo delle
coste pugliesi, bocciati in Consiglio dei ministri a febbraio 2014,
quando era premier Enrico Letta, proprio nell'ultima seduta di governo.
Altro evidente segno di disinteresse è l’assenza di risposta alla
lettera inviata il 27 febbraio 2014 al governo appena insediato dalle
imprese che stanno portando avanti i progetti eolici off-shore. Un testo
che chiedeva semplicemente di fare chiarezza sulle procedure e risposte
su progetti bloccati da veti e ricorsi. Anche Eni, Shell o Edison
sarebbero rimaste senza riscontro?
Ma non è solo un problema di procedure, perché il Governo Renzi ha deciso di togliere gli incentivi agli impianti eolici OFF-SHORE.
Nella bozza di decreto non è previsto alcun intervento per questa
tipologia di fonti rinnovabili e a beneficiarne saranno gli inceneritori
e mega impianti a biomasse a cui sono garantiti generosi incentivi per
20 anni.
"E' il momento che il Governo chiarisca se ha intenzione di impegnarsi nella lotto ai cambiamenti climatici
- commenta il vicepresidente di
Legambiente Edoardo Zanchini - Che faccia capire ai cittadini, al di là
dei proclami e delle belle parole, se intende puntare su un’innovazione
energetica incentrata sulle fonti rinnovabili e l’efficienza. Senza ipocrisie, dicendo ad esempio agli imprenditori se ha senso continuare a investire nell'eolico OFF-SHORE oppure le porte continueranno ad essere sbarrate, se condivide i veti posti dal Ministero dei Beni Culturali contro questi impianti, e infine se ha intenzione di continuare in una politica di scelte forti che vale solo per le fonti fossili e le autostrade, come fatto con Lo Sblocca Italia".
Legambiente ha messo in evidenza l’assurdità di queste scelte rispetto
agli interessi del Paese, perché nel 2014 il contributo delle fonti
rinnovabili è stato pari al 38% dei consumi complessivi, attraverso un
mix di fonti diverse e un sistema sempre più distribuito. Una crescita
nell’interesse dell’Italia e dell’ambiente, per fermare i cambiamenti
climatici, che può continuare e a cui anche l’eolico off-shore può
contribuire. Il governo, che ha lanciato l’appuntamento degli Stati
Generali del Clima il 22 giugno, avrebbe tutto l’interesse a dare un
segnale positivo per questo tipo di impianti visto il crollo delle
installazioni dell’eolico a terra nel 2014 dopo il taglio degli
incentivi (107MW installati a fronte di una media di 800 negli anni
passati) e la crescita che questi impianti stanno avendo a livello
europeo, con oltre 8mila MW installati in 11 Paesi.
Per questo Legambiente chiede al governo di scegliere una strada
realmente innovativa, che davvero _#cambiaverso_ alle politiche per il
Mediterraneo e l’energia. Una strada che premi l’innovazione e la tutela
ambientale, puntando sullo sviluppo dell’eolico off-shore attraverso
procedure efficaci. "La richiesta che facciamo al Governo è semplice: copiamo dalla Francia o dalla Spagna che hanno introdotto procedure per valutare gli impianti eolici OFF-SHORE trasparenti e che funzionionino".