Caldo in città, dress code: in Comune col bermuda si può?
Il tema caldo dell'abbigliamento nei luoghi di lavoro torna ogni anno e come ogni anno si apre il dibattito se sia inevitabile il rigore di giacca e cravatta con eccessivi consumi di aria condizionata o se vestirsi più leggeri consumando così meno energia
15 July, 2015
Il caldo soffocante delle ultime settimane, con temperature
record per la media stagionale, apre la
discussione, non solo sull’uso dei condizionatori, ventilatori e i vari tipi di
sistemi per patire meno l’afa, ma anche sul tipo di abbigliamento usare. Il
tema è quantomai scottante vista anche le recenti polemiche scoppiate recentemente
in Sala Rossa a Torino per l’abbigliamento dei Consiglieri Luca Cassiani e
Vittorio Bertola. I due Consiglieri sono stati “richiamati all’ordine” per
essersi presentati in commissione con dei bermuda, un abbigliamento meno
formale, ma più consono a sopportare le alte temperature di questi giorni.
In
certi ambienti di lavoro il cosiddetto “dress code” è molto rigido e il tema
dell’abbigliamento da avere nelle sale del Comune di Torino torna ciclicamente.
«Secondo me – ha commentato Bertola – è
giusto mantenere il livello di formalità nella seduta del consiglio comunale,
che è il momento "aulico" che si svolge in Sala Rossa e in cui si
prendono le decisioni effettive. Le sedute di commissione invece, anche perché
si tengono in altre sale e alla presenza spesso di ospiti e funzionari che
partecipano nei modi e con i vestiti più disparati, sono riunioni di lavoro in
cui è importante l'efficacia del discorso e non la formalità del vestiario,
ovviamente pur con un minimo di decoro (peraltro, contrariamente a quanto
scritto dai giornali, non sono venuto in Municipio in infradito e non ci avrei
mai nemmeno pensato). Ad ogni modo penso che il vero rispetto si dimostri
lavorando sodo sui problemi della città, cosa che faccio regolarmente ogni
giorno da quattro anni... al contrario, si può venire in giacca e cravatta e
poi passare tutto il tempo a giocare col cellulare o a disturbare parlando di
calcio col collega, cosa che purtroppo succede abbastanza spesso».
Un vecchio detto popolare dice che “l’abito non fa il monaco” e la conclusione di Bertola va proprio in questa direzione. Persino il Primo Ministro giapponese nel lontano 2005, attraverso il Ministero dell'ambiente, ha adottato una misura denominata “Cool biz” al fine di contrastare i cambiamenti ambientali mediante la promozione dell'informalità nell'abbigliamento durante l'estate del 2005. Il governo non ha indicato una maniera speciale di vestirsi, né la necessità di comprare abiti nuovi, ad eccezione del suggerimento esplicito di non mettersi né cravatta né giacca. Si è raccomandato di mantenere la temperatura dell'aria condizionata a 28 °C, meta che si può raggiungere con l'uso di abiti più leggeri.