Caldo e blackout da consumi elettrici, Silvestrini: "La migliore energia è quella non consumata”
Una riflessione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia: "Si sta diffondendo un'idea perversa: visto che le rinnovabili avranno prezzi sempre più bassi, l’attenzione all’efficienza energetica potrà diminuire. Ma la migliore energia è quella non consumata"
17 July, 2015
di Gianni Silvestrini
La
discussione seguita ai black-out milanesi e di altre città provocati
dall’eccessivo uso dei condizionatori ha visto da un lato i
sostenitori di una maggiore attenzione al contenimento della domanda
di energia e dall’altro coloro che, a fronte della rapidissima
crescita delle rinnovabili nel nostro paese, ritengono che sia
sufficiente aumentare l’offerta di energia verde e che comunque
l’Italia ha un eccesso di potenza elettrica.
Quest’ultima posizione, tra l’altro, è fatta propria anche dall’Autorità dell’Energia per giustificare il cambiamento della struttura tariffaria e in particolare l’eliminazione della progressività che penalizza chi consuma molta elettricità.
Su questo tema vanno fatte un paio di riflessioni.
La prima è “strutturale”. Il nostro parco edilizio dovrà vedere una riqualificazione energetica “spinta” per consentire di ridurre dell’80% le emissioni climalteranti al 2050, come prevede la strategia europea di de-carbonizzazione. Tra l’altro, il governo avrebbe dovuto pubblicare, da più di un anno, una “Roadmap” per delineare obiettivi, strumenti e tempistiche. Un’operazione di quest’ampiezza può avviarsi solo in presenza di soluzioni finanziarie innovative complementari alle attuali detrazioni fiscali e deve prevedere una riorganizzazione dell’offerta fino ad arrivare ad una industrializzazione della riqualificazione per ridurre tempi e costi. Oltre a consentire una netta riduzione dei consumi estivi ed invernali, questi interventi riguarderanno interi edifici e quartieri e potranno garantire anche un miglioramento del comfort termico. Si tratta di intervenire sugli involucri e sugli impianti, prevedendo un ampio mix di misure che vanno dai tetti verdi alle soluzioni di controllo della domanda elettrica (Demand Response).
La seconda riflessione riguarda un’idea perversa che si sta diffondendo: visto che le rinnovabili saranno disponibili a prezzi sempre più bassi, l’attenzione all’efficienza energetica potrà in futuro diminuire. Ma la realizzazione di nuovi parchi eolici ed impianti solari implica comunque uso di materie prime, a volte anche di suolo. “La migliore energia è quella non consumata”, come si diceva una volta. E in una fase in cui a livello mondiale si accentuerà l’impegno per contrastare i cambiamenti climatici e si rafforzerà la costruzione di una economia circolare in grado di ridurre l’aggressione alle materie prime, questo messaggio non va dimenticato.