Rifiuti in Campania, maxi-multa all'Italia dalla Corte europea | La sentenza completa
Ammonta a 20 milioni la somma forfettaria da pagare per "carenze strutturali" in termini di impianti di smaltimento dei rifiuti e accumulo delle famigerate ecoballe. In più 120mila euro per ogni giorno di ritardo
16 July, 2015
(ansa ambiente)
"A causa dell'inesatta applicazione della direttiva rifiuti in
Campania, l'Italia è condannata a pagare una somma forfettaria di 20
milioni di euro più una penalità di 120.000 euro per ciascun giorno di
ritardo". Lo ha deciso la Corte di giustizia dell'Ue. "La direttiva
relativa ai rifiuti ha l'obiettivo di proteggere la salute umana e
l'ambiente", si legge in una nota diffusa dalla Corte Ue, in cui si
sottolinea come "gli Stati membri abbiano il compito di assicurare lo
smaltimento e il recupero dei rifiuti, nonché di limitare la loro
produzione, in particolare promuovendo tecnologie pulite e prodotti
riciclabili e riutilizzabili". Per leggere la sentenza della Corte europea clicca qui
Dopo la crisi dei rifiuti scoppiata
in Campania nel 2007, ricordano i giudici di Lussemburgo, "la
Commissione ha proposto un ricorso per inadempimento contro l'Italia,
imputandole la mancata creazione, in quella regione, di una rete
integrata ed adeguata di impianti atta a garantire l'autosufficienza
nello smaltimento dei rifiuti sulla base del criterio della prossimità
geografica". Bruxelles "riteneva infatti che tale situazione
rappresentasse un pericolo per la salute umana e per l'ambiente". Nel
2010 la Corte Ue aveva stabilito che l'Italia "era venuta meno agli
obblighi ad essa incombenti in forza della direttiva" europea. E
nell'ambito del "controllo dell'esecuzione della sentenza della Corte,
la Commissione è giunta alla conclusione che l'Italia non ha garantito
un'attuazione corretta della prima sentenza".
In particolare,
"tra il 2010 e il 2011 sono stati segnalati più volte problemi di
raccolta dei rifiuti in Campania". Inoltre, "in detta regione si è
accumulata una grande quantità di rifiuti storici (sei milioni di
tonnellate di ecoballe), che deve ancora essere smaltita, il che
richiederà verosimilmente un periodo di circa quindici anni". Infine,
"persistevano carenze strutturali in termini di impianti di smaltimento
dei rifiuti, indispensabili nella regione Campania".
Pertanto,
si legge nella nota, "ritenendo non soddisfacente la situazione, la
Commissione ha proposto un nuovo ricorso per inadempimento contro
l'Italia, chiedendo alla Corte di constatare il mancato rispetto della
sua prima sentenza del 2010". La Corte ha tuttavia deciso uno sconto
rispetto all'ammenda chiesta dalla Commissione. Gli uffici
dell'eurogoverno chiedevano infatti che l'Italia fosse condannata a
pagare una somma "forfettaria giornaliera di 28.089,60 euro per il
periodo compreso tra la sentenza del 2010 e la sentenza odierna, nonché
una penalità, eventualmente a carattere degressivo, di 256.819,20 euro
per ciascun giorno di ritardo nell'attuazione della sentenza del 2010, a
partire dalla sentenza odierna".
I giudici di Lussemburgo
hanno ora deciso che l'Italia, non avendo "correttamente eseguito la
sentenza" del 2010, sia condannata a pagare "da un lato una penalità di
120.000 euro per ciascun giorno di ritardo nell'attuazione della
sentenza del 2010 (penalità dovuta a far data da oggi) e, dall'altro,
una somma forfettaria di 20 milioni di euro".