John Olver e lo spreco di cibo: negli Stati Uniti è stata raggiunta la soglia critica
Più del 40 per cento del cibo prodotto negli USA non viene mangiato: 165 miliardi di dollari all’anno vengono buttati nella pattumiera mentre milioni di famiglie lottano contro la fame
22 July, 2015
di Laura Tajoli
Gli Americani sprecano enormi quantità di cibo. È un fenomeno con una portata mai registrata nella storia, che è sempre più al centro dell’attenzione dei mass media, così come è accaduto durante il programma satirico Last Week Tonight, condotto da John Oliver.
John Oliver è un attore comico inglese, trapiantato a New York. Il programma che conduce per la HBO sta ottenendo un grande successo di pubblico, grazie soprattutto alla libertà espressiva di cui gode per contratto, un accordo che non pone limiti alla sua possibilità di critica. Il conduttore siede dietro a una scrivania e dà le spalle allo skyline di New York. In sostanza, racconta le notizie della settimana passata, alternando toni seri e battute, con tipico humor britannico. È spettacolo studiato e ben preparato, che oltre agli ottimi ascolti ha ricevuto commenti entusiastici da parte dei critici della televisione.
In una delle ultime puntate di Last Week Tonight, John Oliver ha voluto mettere il dito nella piaga dello spreco del cibo negli USA e sottolineare come si tratti di un problema dalle proporzioni estese. Con l’aiuto di video, statistiche e interviste, Oliver ha raccontato che il 40 per cento del cibo prodotto negli Stati Uniti non viene mangiato e che gli americani buttano via 165 miliardi di dollari di cibo all’anno. Si tratta di una quantità che potrebbe a riempire 730 stadi di football americano. È un fenomeno scandaloso che è andato crescendo nel corso del tempo: dal 1974 è aumentato del 50 per cento. Le immagini trasmesse da Oliver hanno mostrato montagne di verdure destinate a riempire le discariche, tonnellate di cibo che dalla fattoria vanno direttamente alla pattumiera. Come ha dencunciato il conduttore, è un processo semplicemente assurdo, soprattutto se pensiamo che molte persone potrebbero avere una vita migliore con questo cibo. Soltanto negli Stati Uniti cinquanta milioni di famiglie che lottano per riuscire a mangiare ogni giorno.
Dopo avere rimarcato le conseguenze più evidenti dello spreco del cibo, John Oliver ha analizzato quelle meno ovvie, legate all’utilizzo insensato delle risorse naturali e al disprezzo per il lavoro delle persone grazie alle quali il cibo arriva nei negozi e nei supermercati, cibo che in realtà verrà utilizzato in buona parte soltanto per riempire le discariche. Per non parlare degli effetti disastrosi dei gas prodotti dalla spazzatura, che danneggiano la fascia di ozono che circonda il nostro pianeta.
Descrivendo le ragioni che stanno dietro questa inspiegabile deriva consumistica, Oliver ha affermato che molto dipende dalle nostre abitudini e dalla nostra ignoranza. Per esempio, spesso i supermercati riempiono gli scaffali con strabordanti quantità di prodotti semplicemente perché si è visto che gli acquirenti sono attratti dall’abbondanza. Se in un negozio ci sono pochi prodotti esposti, la maggior parte delle persone ne ricava un’impressione di desolazione e scarsa appetibilità. Poi ci sono degli standard estetici da rispettare. Per questo se un frutto o una verdura non sono perfettamente conformi ai parametri reputati accettabili, il contadino preferisce non mettere quei prodotti sul mercato perché sarebbero difficili da vendere. Risultato? Montagne di frutta e verdura vengono gettati via soltanto perché non sono belli.