Condizionatori accesi. Nei prossimi mesi si pagherà il conto
Il caldo, il picco dei consumi è calato negli ultimi giorni – da La Repubblica edizione Torino del 23.07.2015
23 July, 2015
di Carlotta Rocci
Il prezzo del condizionatore sparato al massimo i torinesi lo leggeranno sulle bollette elettriche dei prossimi mesi e di sicuro si farà sentire anche se gli apparecchi di oggi non consumano poi tanto. Iren ha calcolato un aumento del 20 per cento nelle richieste rispetto al mese scorso. «La scorsa settimana era peggio di quella appena iniziata», spiegano dalla società che eroga energia elettrica. Non è certo una questione di temperatura: gli oltre 40 gradi percepiti in città hanno convinto tutti a mettere mano alle manopole di condizionatori, ventilatori e climatizzatori di ogni sorta. Se il picco di richieste è calato dal 20 al 16 per cento negli ultimi due giorni, la risposta è solo negli oltre 150mila torinesi già partiti per le vacanze. Il dato delle stazioni Iren segnala che ieri la città ha consumato 440 megawatt di elettricità. Il 16 giugno scorso il consumo era stato di 380 megawatt. Difficile calcolare di preciso quale sarà il rincaro in bolletta.
«Non è detto che l’aumento di consumi si riferisca solo alle utenze domestiche: ci sono anche le aziende», precisa Iren ma di sicuro la richiesta di aria fresca nelle case ha fatto la sua parte nell’impennata dei consumi a Torino. Il picco assoluto era stato registrato il 7 luglio scorso alle 16 quando in tutta Italia la richiesta di energia era stata di 56.833 megawatt, un dato che ha spazzato via anche il record segnato nell’inverno 2007.
Sono le temperature più estreme, il troppo caldo come il troppo freddo, a determinare non solo gli aumenti nei consumi di energia elettrica ma anche le maggiori criticità. Ne sono un esempio le decine di black out che in questo ultimo mese di caldo africano hanno costellato gli orari di punta, quando la domanda si impenna. A fine giugno un guasto di diverse ore aveva lasciato al buio San Salvario. Il sovraccarico di energia richiesta nei centri abitati non è molto diversa da quella a cui devono far fronte le grosse strutture come gli ospedali che da settimane combattono con impianti di condizionamento non sempre all’altezza. Alle Molinette, per raffreddare la terapia intensiva del centro trapianti di fegato e le sale operatorie, hanno dovuto spegnere l’impianto in medicina interna, nel reparto degenza e negli ambulatori al pian terreno. «Siamo stati costretti a chiudere le utenze meno critiche», aveva spiegato il direttore sanitario delle Molinette Antonio Scarmozzino, che per tamponare la situazione aveva distribuito ventilatori e condizionatori nei reparti. Qualcosa di simile settimane fa era capitato a Rivoli. Temperature africane anche all’ospedale di Ciriè dove i pazienti si sono ribellati: da qualche giorno in corsia è apparso un cartello: «Fa caldo. I pazienti stanno male. In ospedale ci vogliono i condizionatori. Vergogna»