Sacchetti, Versari (Assobioplastiche): "Ancora troppi non conformi"
Abbiamo raggiunto il presidente di Assobioplastiche Marco Versari per fare il punto ad un anno quasi dall'entrata in vigore delle sanzioni relative alla legge che dal 2012 vieta i sacchetti non compostabili
31 July, 2015
Nonostante la legge che nel 2012 ha messo al bando gli shopper non compostabili e le multe introdotte ad agosto 2014, la situazione di illegalità nel settore delle buste per l’asporto merci in Italia è ancora molto diffusa. Nella grande distribuzione, come dimostra l'indagine svolta da Legambiente tra novembre e dicembre 2014 a livello nazionale, i sacchetti illegali sono ancora ben presenti. Nei piccoli esercizi commerciali e i mercati rionali la diffusione è tuttora massiccia, come si può accorgere facilmente chiunque faccia la spesa in questo modo.
Abbiamo raggiunto il presidente di Assobioplastiche Marco Versari per fare il punto ad un anno quasi dall'entrata in vigore delle sanzioni.
“Veniamo da una situazione che si aggirava su circa i 2/3 dell'immesso al consumo non conforme alle leggi. Quest'anno la situazione è circa del 55/60% non conforme e il restante invece sì, per cui ci troviamo davanti ad un miglioramento anche se la strada è ancora lunga. La legge è entrata pienamente in vigore da tempo, con relative multe, ma manca una verifica sistematica. I controlli vengono effettuati a macchia di leopardo e riescono ad intercettare solo una piccola parte dell'illegalità diffusa. L'ultimo episodio eclatante è stato quello di Milano dello scorso marzo, dove l'Unità Antiabusivismo della Polizia Locale ha sequestrato 1.000 tonnellate di sacchetti di plastica illegali (corrispondenti a 100 milioni di pezzi di sacchetti d’asporto di vario formato per un giro d'affari di circa 15 milioni di euro, ndr). Si tratta di numeri importati ma se si pensa che corrispondono solo a circa il 2% della quantità complessiva dei sacchetti illegali immessi al consumo anche un sequestro del genere diventa una piccola cosa.
L'11 giugno a Roma Corepla, Conai, Assobioplastiche e Consorzio Italiano Compostatori hanno firmato un accordo per una migliore gestione ambientale degli imballaggi in plastica biodegradabili e compostabili. Come si procede su questo fronte?
"L'accordo è un passo importante a livello politico ma anche e soprattutto perché riconosce che l'informazione è una cosa delicata. In sostanza si prende atto del fatto che i materiali bio hanno bisogno di informazioni dedicate e specifiche per far sì che la differenziazione tra rifiuto plastico e bioplastiche avvenga correttamente e infatti c'è già un gruppo di lavoro che sta lavorando su questo fronte. Dal mio punto di vista bisogna raggiungere i tre soggetti principali tutti ugualmente coinvolti: in primis i cittadini che devono essere ben informati, poi i comuni che devono sapere come comportarsi e infine i compostatori che devono trarre beneficio dal buon compostaggio. Io vedo attività di informazione soprattutto territoriali, magari supportate dalla radio e dal web più che campagne televisive nazionali".
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