Articolo 35 dello Sblocca Italia, Enzo Favoino: "diversi punti del documento sono criticabili"
Ecco l'opinione di Enzo Favoino, membro del comitato scientifico dell'Osservatorio Zero Waste Europe a proposito dello schema di decreto applicativo dell'articolo 35 dello "Sblocca Italia"
26 August, 2015
Dopo aver pubblicato il commento di Stefano Ciafani sullo schema di decreto applicativo dell'articolo 35 dello “Sblocca Italia”, ecco l'opinione di Enzo Favoino, della Scuola Agraria del parco di Monza, esperto in sistemi di getione dei rifiuti in Italia e membro del comitato scientifico dell'Osservatorio Zero Waste Europe
Ci sono diversi punti che, a giudizio di Favoino, sono criticabili. “Su un piano generale, il documento presuppone che il rifiuto urbano residuo (RUR) debba passare attraverso sistemi di trattamento termico (incenerimento ed affini) – spiega, ma non c'è nulla che attesti un tale obbligo nelle Direttive UE”.
Su un piano tecnico – continua - tanti passaggi di calcolo sono assolutamente errati, artificiosamente errati. Ecco qualche esempio:
-
si assume il conseguimento del 65% di RD (e non un decimo di
percentuale di più, come se tale livello fosse l'orlo del burrone e
non la porta per ulteriori scenari virtuosi, scenari che noi sappiamo
si aprono sempre, quando si consolidano schemi basati su RD porta a
porta e tariffazione puntuale)
- non si tiene conto di quei
Piani Regionali che già da tempo prevedono comunque obiettivi di RD
superiori, ed in certi casi (es. Veneto) marcatamente superiori: le
Regioni verranno costrette a rivederli al ribasso?
- si
assume una produzione del 65% di CSS dagli impianti di pretrattamento
(dato artificiosamente al rialzo, rispetto alla realtà degli stessi
impianti di preparazione CDR/CSS)
- non si prevedono
assolutamente scenari operativi alternativi, come gli impianti a
freddo con recupero di materia (cosiddette "Fabbriche dei
Materiali") che non solo sono praticabili e praticati, ma si
stanno diffondendo nelle programmazioni locali in molte parti
d'Italia
Ma soprattutto, non si prendono neanche in minima considerazione gli scenari incrementali di recupero materia attualmente in discussione a livello UE, nel corso del dibattito sulla "Economia Circolare", e che con ogni probabilità porteranno ad un aumento degli obiettivi di recupero materia (70% rispetto all'attuale 50%, assunto dallo Schema di Decreto).