Ma quanti sono davvero i ciclisti a Milano e quanto incide il bike sharing?
Sempre più biciclette in giro a Milano e aumenta l'incidenza di quelle gialle del bike sharing. Ma numeri precisi non ce ne sono, solo stime. Il 16 settembre il prossimo “censimento ciclisti“ di Ciclobby
08 September, 2015
di Stefano D'Adda
Non sono né quelli del sangue, né quelli del bancomat, ma quando snocciola i sempre più positivi dati del BikeMI, il bike sharing milanese, il Comune di Milano è affezionato alla parola “prelievi”. L’agosto 2015 è stato un mese da record con un + 31,6 % di utilizzo del bike sharing rispetto al 2014, per un totale di 131.213 “prelievi” (che sarebbero circa 4200 al giorno). Da quando il BikeMi poi ha debuttato a Milano (3 dicembre 2008, con ancora la Moratti), si sono raggiunti ad oggi (fine agosto) addirittura 10 milioni di “prelievi” che, a spanne, farebbero 4000/4100 “prelievi” al giorno in questi 7 anni. Ma in questi ultimi mesi i “prelievi” hanno anche toccato il record giornaliero delle 15.000 bici gialle usate in 24 ore, lo scorso maggio.
Se invece si ragiona sul numero degli utilizzatori del servizio, l’ultimo dato fornito dal Comune dice che gli abbonati al BikeMi sono oltre 39.000, che vorrebbe dire circa 1 milanese su 35 (stando all’ultimo dato anagrafico dei 1.332.516 residenti a Milano). Dati “sulla carta”, naturalmente, perché come per i vari car sharing c’è chi si abbona e non lo usa mai e i residenti sono cosa ben diversa, ed inferiore, dai “city user” della città.
Quello che è certo è che la diffusione delle bici gialle e delle stazioni del bike sharing milanese continua inarrestabile e, guardando la mappa interattiva su bikemi.it, si nota come il servizio stia espandendosi anche fuori dalla circonvallazione, perlomeno a nord (Bovisa ed Affori) ed ad est (Città Studi). Oltre 250 le stazioni installate per 3500 biciclette dichiarate, alle quali io Comune aggiunge le 1000 elettriche a pedalata assistita, inaugurate per EXPO, anche se è da vedere quale sia il loro effettivo utilizzo, visto che un vero percorso ciclabile per l’Esposizione non è mai stato realizzato.
E’ però indubbio che negli ultimi mesi, complice soprattutto l’affluenza turistica per EXPO, il numero delle bici gialle in circolazione sia visibilmente aumentato. Tant’è che anche i “veri” ciclisti metropolitani, quelli che una bici disponibile ce l’hanno da sempre e la usano tutti i giorni, continuando a rivendicare più piste ciclabili e rastrelliere (piuttosto che altre stazioni e bici del BikeMi), iniziano a riconoscere l’effetto positivo del bike sharing sulla Milano ciclabile. “L’effetto culturale del BikeMi a Milano è stato strepitoso”, ammette Valerio Montieri, del Gruppo Tecnico Fiab Milano Ciclobby. “Ha contributo a cambiare l’idea che usare la bici in città sia una cosa ‘un po’ da sfigati’. Vedere in questi anni la sciura elegante tacco 12 o il manager che lavora in centro finalmente inforcare una bicicletta è stato molto positivo”.
Tuttavia l’effettiva incidenza delle biciclette condivise sul totale dei ciclisti milanesi non è facile da capire, soprattutto perché le bici non si immatricolano come le auto e non si sa quanti siano esattamente i ciclisti milanesi. Le stime esistenti, infatti, ragionano sui passaggi o spostamenti monitorati da organizzazioni quali Fiab Ciclobby ed effettuati considerando solo alcuni punti o percorsi cittadini. Sempre Valerio Montieri ci ha raccontato che gli ultimi dati Amat - l'Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio del Comune – parlano di circa 130.000 spostamenti quotidiani in bicicletta. Se quindi nel 2014 – dati BikeMI – i prelievi totali del bike sharing sono stati 2.421.802, ossia una media di 6635 al giorno, vorrebbe dire che il bike sharing ha inciso per circa il 5%.
Ed è la stessa stima che ci ha dichiarato Alfredo Drufuca, di Polinomia, società di ingegneria dei trasporti e matematica applicata, “un dato un po’ vecchio ma che contiamo di aggiornare a breve”, però attendibile perchè le rilevazioni di Polinomia sono fatte su tutta la città, non solo sul centro. “Tuttavia - continua Drufuca - anche se il bike sharing ha sempre un effetto benefico sulla diffusione della bicicletta, è facile che dopo una crescita iniziale l’incidenza arrivi a stabilirsi o addirittura a ridursi. Stiamo ad esempio registrando ex utilizzatori del BikeMi che non si abbonano più, essendo passati all’utilizzo della bici trasportabile pieghevole, che si va sempre più diffondendo”. Insomma, sempre due ruote, ma non più bike sharing. In ogni caso i dati di Polinomia sull'uso generale della bici a Milano da due anni confermano un deciso e continuo aumento. Nel dicembre 2014 avevano rilevato un incremento annuale del 21% di chi si muove abitualmente sulle due ruote rispetto al 2013. E il trend del 2015 sembra essere simile.
Qual è invece la stima di Fiab Ciclobby sull'incidenza del BikeMi sull’uso generale della bici a Milano? “Non è facile – continua Montieri – anche per l’assenza di strumenti ufficiali di misurazione. Da anni Fiab-Ciclobby effettua un giorno annuale di censimento dei ciclisti, lungo la Cerchia dei Navigli, (quest’anno sarà il 16 settembre e Ciclobby cerca volontari). Se è vero che la nostra valutazione del rapporto percentuale fra bici pubbliche e bici private è ristretta alla Cerchia dei Navigli, e quindi dove il BikeMi è presente in modo ormai capillare, nell’ultimo monitoraggio del settembre 2014 abbiamo comunque registrato un picco sorprendente. Se prima l’incidenza era del 5-6%, nel 2014 siamo saliti al 13 %, con punte di oltre il 20% in postazioni centrali osservate come Largo Augusto”. Nella zona centrale rilevata da Ciclobby si può quindi dire che più di un milanese su 10 utilizzerebbe la bicicletta pubblica.
Più empirica l’osservazione di Federico Cupellini, appassionato ciclista metropolitano responsabile del progetto sperimentale Bicinotte di Eco dalle Città e tra i fondatori di Veloleo, il nuovo servizio di risciò nel centro di Milano. “Se si prendono gli effettivi confini comunali di Milano, non dobbiamo scordare che il BikeMi copre ancora solo ¼ della città, anche se ora che sta iniziando ad espandersi anche fuori dalla circonvallazione. Per me l’incidenza sul totale dei ciclisti milanesi in tutta la città è sicuramente in aumento, ma resta del 5-6%.
Insomma, anche se in molti qualche scetticismo sul bike sharing rimane, soprattutto riguardo il profilo medio degli utilizzatori che - secondo i dati della recente ricerca di SWG – vedrebbe prevalere gli adulti sui giovani e soprattutto le fasce più benestanti della popolazione (l’utilizzo richiede sempre la carta di credito), si può forse iniziare a dire che a Milano, insieme alla rivoluzione arancione di Pisapia, si è avuta anche una piccola rivoluzione gialla su due ruote.
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