“Scegli la busta giusta”, contro l’illegalità, difendendo l'ambiente. La storia di CoopVentuno e Consorzio Goel
"La legalità come innovazione sociale: esperienze contro 'ndrangheta e camorra". All'incontro con Andrea Di Stefano e Umberto Ambrosoli, due testimonianze da Campania e Calabria: Massimiliano Noviello di Cooperativa Sociale Ventuno e Vincenzo Linarello del Consorzio Goel
15 September, 2015
di Stefano D'Adda
Meritava forse più pubblico
l’incontro "La legalità come innovazione sociale, esperienze di futuro
contro 'ndrangheta e camorra" tenutosi giovedì 10 settembre a Cascina
Cuccagna, durante “Il Potere del limite. La sfida ambientale come motore
di innovazione sociale", l'evento milanese organizzato da Novamont.
Presentati da Andrea Di Stefano, direttore della rivista “Valori” e Responsabile Comunicazione Novamont, c’erano non solo il suo “avversario" alle primarie PD per le Regionali 2013, Umberto Ambrosoli, avvocato, Consigliere regionale, figlio del Giorgio Ambrosoli assassinato nel 1979, ma anche altri due uomini, protagonisti della quotidiana battaglia per la legalità in Italia. Massimiliano Noviello di Cooperativa Sociale Ventuno dalla Campania e Vincenzo Linarello, Presidente del Consorzio Goel dalla Calabria, hanno trovato infatti il modo di dare un senso forte alle loro vite, impegnandosi in attività legate all'ambiente ed esercitate nella legalità, cercando così di togliere terreno a camorra e ‘ndrangheta.
La storia di Massimiliano Noviello, che oggi vive sotto scorta, parte purtroppo da un grave delitto, quello del padre Domenico, assassinato nel 2008. Prima di suo padre, la camorra aveva già colpito Federico Del Prete, sindacalista degli ambulanti, ucciso nel 2002, per avere denunciato il racket delle buste di plastica imposte nei mercati rionali; il giorno successivo Del Prete avrebbe dovuto testimoniare nel processo. Stessa sorte capitava 7 anni dopo a Domenico Noviello che, dopo una denuncia esposta nel 2001 contro il clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, era riuscito a far arrestare e condannare i camorristi.
“Con mio padre gestivamo a Castel Volturno (Caserta) un’autoscuola, l’unica del territorio; hanno voluto colpire lui perché era un uomo tutto d'un pezzo, carismatico, che non ha mai nascosto la sua indignazione verso l'illegalità”, ha raccontato Massimiliano Noviello a Cascina Cuccagna. Nel 2009 viene riconosciuta una Medaglia d’oro al valore civile ai due cittadini assassinati. “Provate a pensare – ha aggiunto Noviello – una medaglia d’oro solo perché i nostri padri avevano fatto il loro dovere! Io ho sentito di dovermi ribellare per dare un senso a quanto accaduto". E così, dall’impegno dei figli Massimiliano Noviello e Gennaro Del Prete, è nata Cooperativa Ventuno, in nome dell’operazione "Scegliere la busta giusta", per la vendita di prodotti ecologici e compostabili (dai bioshopper ai prodotti per l’agricoltura a quelli usa e getta per la ristorazione). “In Campania il 90% dei sacchetti veicolati è ancora illegale – ha raccontato Noviello – quindi anche l’atto di ‘Scegliere la busta giusta’ è un gesto forte di legalità. Fare rete contro la camorra è fondamentale. Bisogna evitare quell’isolamento che ha fatto diventare tristemente eroi o simboli persone come mio padre. Rispondere con l’associazionismo, per non fare esporre singolarmente chi denuncia, è la cosa più importante da fare”.
Anche Vincenzo Linarello, Presidente del Consorzio Goel, ha raccontato la storia di una battaglia per la legalità, in una Regione difficile come la Calabria, collegata al territorio e all'ambiente. Goel è nata nella Locride della metà anni Novanta, quando un gruppo di giovani si chiesero dove fosse importante intervenire, per cambiare rotta alla loro terra. Se allora sembrava che in Calabria l'unico progetto fosse la precarietà del lavoro, così pianificato proprio dai vertici della 'ndrangheta, Goel ha risposto creando un altro sistema, per dimostrare che l'etica può essere più efficace della 'ndrangheta. "Siamo entrati in vari settori, quello sociale e del disagio, nella sanità, nell'accoglienza dei migranti e poi anche come operatori di turismo responsabile", ha raccontato Linarello. "In Calabria la 'ndrangheta c'è anche nel turismo, ma noi abbiamo cercato ristoranti ed esercizi che non si piegavano, per metterli in rete con le nostre offerte turistiche".
Poi è arrivata Goel BIO, per contrastare il problema delle aziende agricole e degli agricoltori minacciati, condizionati dalla criminalità. Goel Bio oggi raggruppa i produttori della Locride e della Piana di Gioia Tauro che si oppongono alla 'ndrangheta e che garantiscono una condotta aziendale etica e offrono prodotti tipici di alta qualità. La rete è riuscita a garantire agli agricoltori, ad esempio, un prezzo base di 40 cent per kilo di arance, quello più alto riconosciuto in Calabria, chiedendo che in cambio cessasse il lavoro nero nei campi. Oggi sono una trentina le aziende agricole Goel Bio, che producono arance, olio, succhi di frutta, tutti certificati biologici.
L'altro progetto è Cangiari (in dialetto calabrese “Cambiare”) che lavora sulla tradizione calabra della tessitura a mano, mettendo in rete le tessitrici che ancora conoscono i segreti di questo antico mestiere. Alla fine il progetto è sbarcato anche a Milano, grazie alla collaborazione di una famosa stilista, che utilizza i tessuti prodotti da Cangiari, diventato il primo marchio di moda eco-etica di fascia alta, in Italia. "Abbiamo capito che purtroppo l'etica spesso non funziona se è solo 'giusta' - ha dichiarato Linarello. Deve reggersi anche su progetti e alternative efficaci, che aiutino a vivere meglio".
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