Un italiano su 100 ora usa il car sharing
Boom degli iscritti ai servizi di auto condivisa. Solo a Milano sono 300mila: le polveri sottili sono scese del 38%. In crescita anche il bike sharing mentre partono le app per il parcheggio condiviso da La Repubblica del 16.09.2015
16 September, 2015
di Antonio Cianciullo
Mezzo milione di italiani, quasi 1 su 100, ha in tasca una tessera del car sharing. Una crescita di adesioni esplosa in pochi anni: nel 2011 i numeri erano quasi dieci volte più bassi. Ora, sulla scia del successo dell'auto condivisa, si sta rafforzando il bike sharing e stanno partendo altre iniziative: lo scooter sharing e le app per mettere in comune i parcheggi. Sono alcuni dei numeri resi noti questa mattina durante la presentazione dell'Osservatorio nazionale sulla sharing mobility, promosso dal ministero dell'Ambiente e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel corso della settimana europea della mobilità sostenibile.
A livello globale si prevede che, nel 2020, il business della mobilità condivisa varrà 6,2 miliardi di euro e coinvolgerà 12 milioni di persone. In Europa ci sono le esperienze pilota dell'Olanda, dove si contano più bici che abitanti, e di Parigi, che nel 2009 ha inaugurato il car sharing elettrico. L'Italia, che era stata a lungo al palo, ha recuperato posizioni velocemente. Soprattutto grazie al boom di Milano che è diventata la capitale del car sharing con l'80% del business dell'auto condivisa e 300mila iscritti.
Un boom reso possibile dal successo delle soluzioni free float, un sistema grazie al quale le auto, invece di avere una postazione di parcheggio fissa, possono essere prese e riconsegnate ovunque all'interno di un'area predeterminata. Car2Go ed Enjoy (presenti a Milano, Roma, Firenze e Torino) sono già arrivate a un totale di quasi 4mila auto in condivisione e rispettivamente a 180mila e 270mila iscritti.
Grazie al car sharing e all'ingresso a pagamento nel centro storico Milano è riuscita a diminuire il numero delle auto in circolazione e ad abbattere le polveri sottili del 38% in quattro anni. Ma il car sharing è arrivato anche in molti altri Comuni come testimoniano i dati di Ics (Iniziativa car sharing) promossa dal ministero dell'Ambiente e presente in 12 città (Bologna, Brescia, Firenze, Genova e Savona, Milano, Padova, Palermo, Parma, Roma, Torino, Venezia) con 666 auto e un totale di circa 27mila utilizzatori.
Tra le altre iniziative di sharing mobility: Jojob, un car pooling attivo in oltre 50 aziende di grandi dimensioni e in molti Comuni; BlaBlaCar, un servizio di ride sharing basato su un network di automobilisti che mettono a disposizione la propria vettura per condividere una tratta di viaggio con altre persone (ha permesso di risparmiare in 24 mesi 1 milione di tonnellate di CO2); park sharing, una startup nata nel 2014 che si basa su un network di proprietari di posti auto, box o garage che offrono questi spazi a chi desidera parcheggiare senza perdere tempo e spendendo una cifra accettabile (tremila utenti tra chi cerca e chi offre parcheggio per un totale di oltre quattromila spazi parcheggio in tutta Italia).
"Per ora abbiamo solo questi macro numeri: l'obiettivo è costruire una mappa dettagliata della sharing mobility che aiuti a guidare una crescita ulteriore", spiega Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. "Sul tappeto ci sono molte proposte presentate dagli operatori e a costo zero: vale la pena discuterle"