Johns Hopkins University: “Lo spreco di prodotti ittici in Usa può soddisfare il fabbisogno proteico annuo 10 milioni di uomini e di 12 milioni di donne”
Lo rivela uno studio condotto da David Love dal quale risulta che la maggiore perdita di pesce avviene a livello dei consumatori con un controvalore economico pari a 1,8 miliardi di euro all'anno
29 September, 2015
Il
47% del pesce commercializzato
ogni anno negli Stati Uniti è destinato a diventare un rifiuto, a
dirlo è la
nuova ricerca dalla Johns
Hopkins Center for a Livable Future
(CLF). I risultati, pubblicati nel numero di novembre della
rivista Global
Environmental Change,
puntano
a far luce sulle
preoccupazioni sollevate circa la sostenibilità delle risorse
ittiche mondiali. Negli Stati Uniti e in tutto il mondo, le persone
vengono
invitate
a mangiare più frutti di mare e
prodotti ittici in generale,
ma la pesca eccessiva, i
cambiamenti
climatici, l'inquinamento,
la
distruzione
degli
habitat marini
e l'uso del
pescato
per scopi
differenti al
consumo umano minacciano l'offerta mondiale di pesce.
"Ci
è stato detto di mangiare molto più pesce, ma le
riserve di questo prodotto sono gravemente minacciate,
è fondamentale e urgente ridurre lo spreco di prodotti
ittici",
dice David Love
a
capo
dello studio,
ricercatore nel
progetto Public Health and Sustainable Aquaculture
al CLF e studioso
presso la
Bloomberg
School of Public Health della Johns Hopkins.
Il nuovo
studio ha approfondito
la questione dei
rifiuti
alimentari puntando sia
sulla
quantità del
pesce
perduto ogni anno durante
ogni fase della
catena di approvvigionamento alimentare e sia
a
livello dei consumatori, in
sostanza è stata scandagliata e studiata tutta la filiera: dalla
rete al piatto.
Una
volta conclusa
la raccolta
dei dati e delle informazioni,
i ricercatori hanno stimato che
la fornitura
statunitense di
pesce commestibile è
superiore ai
2
miliardi di kg all'anno,
una
cifra che rappresenta sia la produzione ittica Usa sia i prodotti
importati
(al
netto di eventuali prodotti esportati).
I
ricercatori hanno
scoperto che la quantità
sprecata ogni anno è di circa 1
miliardo di chilogrammi,
pari
a circa
450
milioni di euro,
tutto denaro
perso
tra
la
distribuzione e la
vendita
al dettaglio. Altri
780
milioni di euro
si disperdono
quando i pescatori
catturano le specie sbagliate
di pesce che
poi vengono
scartare
(che
in gergo vengono definite come “catture
accessorie”) e se
non bastasse, a livello dei
consumatori, viene letteralmente gettata tra i rifiuti
l'incredibile cifra di 1,8
miliardi di euro
sotto forma di avanzi di cibo.
I
ricercatori hanno riscontrato
che
la maggiore
perdita di pesce avviene
a livello dei consumatori,
una
cifra che varia dal 51
al 63%.
Dal
16
al 32% invece,
è la
percentuale di spreco dovuta
alla cattura accidentale, mentre dal
13 al 16% si perde in operazioni di distribuzione e di vendita al
dettaglio.
Per capire
meglio
l'entità dello
spreco,
gli autori della
ricerca stimano che la
quantità di cibo destinato a diventare rifiuto
contiene
abbastanza proteine per soddisfare il
fabbisogno annuo 10 milioni di
uomini e di 12 milioni di donne,
e c'è abbastanza pesce sprecato
per coprire
il 36% del divario tra i consumi
di pesce
attuali
e i valori raccomandati dalle linee guida dietetiche degli Stati
Uniti nel
2010.
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(Foto di Trent Bigelow from Flickr)