Le recensioni di Cinemambiente: The messenger
Il documentario di Su Rynard è un viaggio intorno al mondo che documenta i pericoli cui vanno incontro le miagliaia di uccelli canterini che ogni anno muoiono durante le loro migrazioni: pesticidi, monoculture, distruzione delle foreste, inquinamento luminoso, cambiamento climatico
07 October, 2015
“Un'emozionante ode per immagini alla bellezza e all'importanza
degli uccelli canori e a ciò che comporterebbe la loro perdita per
l'uomo e il pianeta”. Sono queste le parole con cui veniva presentato
sulla piattaforma di crowfunding Indiegogo il documentario The
messenger, opera della regista canadese Su Rynard, proiettato mercoledì
sera nella sala 1 del cinema Massimo. E sono parole appropriate, perché
di bellezza ce n'è davvero tanta nel lavoro della cineasta di Toronto,
che anche a detta di alcuni esperti internazionali di ornitologia, come
il canadese Steven Price, ha raccolto delle immagini davvero notevoli di
numerose specie di uccelli canori in giro per il mondo. Non a caso la
pellicola ha messo insieme ben 50 mila dollari grazie al libero
contributo di singole persone.
Quanto ai rischi dovuti alla perdita, già in atto, di gran parte
degli uccelli in questione, il documentario offre invece una visione
forse un po' generica, perché abbraccia un panorama molto vasto, forse
troppo per un unico lungometraggio. The messenger è infatti un viaggio intorno al mondo, che va dalla
foresta boreale alla base del monte Aarat in Turchia, dalle strade di
New York alle foreste del Costa Rica e poi anche in Europa,
salendo in Olanda e scendendo fino al sud della Francia. Su Rynard
mostra i numerosi pericoli creati dall'uomo che uccidono ogni anno
migliaia di rondini, frosoni, upupe, rigogoli, dendroiche cerulee,
ortolani nel corso delle loro migrazioni: pesticidi, monoculture, la
distruzione delle foreste, l'inquinamento luminoso e le vetrate dei
grattacieli delle città contribuiscono, insieme al cambiamento
climatico, a falcidiare gran parte della popolazione ornitologica. Tuttavia
i riferimenti sarebbero potuti essere più determinanti, nominando,
per esempio, i marchi di chi produce determinati veleni in agricoltura e
di come molti agricoltori siano, con promesse di resa superiore delle
colture, ingannati all'utilizzo di sementi con all'interno potenti
pesticidi, oppure spiegando che la cattura degli ortolani nella regione
de Le Landes, nel sud ovest della Francia, oltre ad essere caccia di una
specie protetta dalle direttive europee, al contempo è una
tradizione locale antica legata alla tavola e sostenuta da chef
stellati e personaggi illustri. Secondo la Lpo, nonostante il divieto
di caccia, circa 30.000 Ortolani selvatici vengono uccisi illegalmente
nel Sud della Francia ogni anno. Un singolo uccellino può essere venduto
al mercato nero anche a 150 euro.
Molto interessanti le immagini sull'utilizzo di apparecchiature di
geo-localizzazione per monitorare le migrazioni dei volatili: attraverso
dei piccoli geolocator applicati direttamente su alcuni uccelli si
ottengono informazioni su dove, come e con quali tempi si spostano gli
animali per migliaia di chilometri. Come spiegava Su Rynard al Toronto
Film Festival, alcune immagini di The Messenger anticipano l'iniziativa
Icarus, che “nel 2016 segnerà un cambiamento di paradigma per il
monitoraggio degli animali, con nuovi dispositivi in grado di
aggiornare costantemente i ricercatori con dati in tempo reale sulla
posizione dell'uccello ma soprattutto se l'animale sta per morire.” Uno dei
maggiori limiti nella salvaguardia degli uccelli canterini infatti è che
migliaia di loro muoiono in circostanze del tutto misteriose,
praticamente spariscono nel nulla. Meravigliosa, infine, la luce delle riprese effettuate in ambienti naturali al seguito di alcuni studiosi impegnati in attività di osservazione scientifica.