Ilva, a Taranto inizia il processo “Ambiente svenduto”
Martedì 20 ottobre, davanti alla Corte d'assise di Taranto, la prima udienza del processo “Ambiente svenduto” che vede coinvolti 47 imputati. Presiede il Giudice Michele Pietrangelo con Fulvia Misserini più i sei giudici popolari
20 October, 2015
Comincia oggi, martedì 20 ottobre, davanti alla Corte d'assise di Taranto la prima udienza del processo “Ambiente svenduto” che vede coinvolti 47 imputati (di cui tre sono società), un imprecisato numero di testimoni (210 quelli chiamati dalla Procura), un migliaio di parti civili e centinaia di avvocati.
I reati contestati sono dei più disparati, si passa da quelli “leggeri” come la falsa testimonianza a quelli “pesanti” come l'associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale o all’avvelenamento di acque e sostanze alimentari, senza contare i casi di “morti bianche”.
A presiedere l'udienza sarà il Giudice Michele Pietrangelo con Fulvia Misserini più i sei giudici popolari che dovranno decidere le sorti degli imputati. Tra gli accusati a vario titolo ricordiamo i nomi eccellenti di Nichi Vendola (ex Presidene della Regione Puglia), Bruno Ferrante (ex Presidente Ilva e ex Prefetto di Milano), l'On. Nicola Fratoianni, Ippazio Stefano (Sindaco di Taranto), Luigi Capogrosso (direttore dello stabilimento), Girolamo Archinà (responsabile rapporti istituzionali) e Giovanni Florido (ex Presidente della Provincia di Taranto).
Come spiega Peacelink il processo è "il più grande per il numero delle parti coinvolte ma anche per la quantità di fascicoli e prove che sono oggetto d’esame. La sua importanza è invece legata al fatto che ad essere accusato è un colosso industriale dell’acciaio: l’Ilva. Gli impianti coinvolti dal sequestro sono stati i seguenti: i parchi minerali dove vengono stoccate le materie prime (carbone e ferro in primo luogo), la cokeria (composta da dieci batterie), l’impianto di sinterizzazione che produce l’agglomerato (una prima “cottura” del minerale di ferro), gli altoforni (che sono cinque), il GRF (un’area di recupero dei materiali ferrosi) e i due impianti che convertono la ghisa in acciaio (Acciaieria 1 e Acciaieria 2).
Lo stato attuale del braccio di ferro fra la Procura di Taranto e l’Ilva verte su una questione molto delicata: l’Ilva continua ad inquinare determinando una situazione di pericolo? Oltre a tale questione, da cui potrebbe derivare una nuova inchiesta ipotizzando la prosecuzione di un disastro ambientale, vi è quella strettamente legata al procedimento penale in corso che non riguarda fatti presenti ma accadimenti passati. Tale procedimento penale è attualmente nella fase conclusiva dell’udienza preliminare. In realtà si è trattato di molteplici udienze, data la vastità degli imputati".
Foto: Corriere del Mezzogiorno