Eurostat, l'Italia è il quarto produttore di C02 nell'Ue
Pubblicato l'Energy, transport and environment indicators 2015. Per l'Italia buoni risultati nella riduzione dei consumi energetici e sulle rinnovabili, male trasporti e produzione di CO2
06 November, 2015
Mancano poco più di venti giorni alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che, ricordiamolo, si svolgerà a Parigi dal 30 novembre. L'unico punto fermo sul quale l'opinione pubblica è concorde, è che energia, trasporti e attività umane hanno dimostrato di essere i fattori che maggiormente contribuiscono ai cambiamenti climatici in atto.
In questo quadro generale dove, in concreto, i cittadini sono più attenti degli stati sulle questioni ambientali, l'Unione europea sta perseguendo ambiziosi obiettivi per la riduzione delle emissioni dei gas serra e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, attraverso politiche che coinvolgono tutti gli ambiti della società europea perché tutti, interconnessi tra loro, contribuiscono a influenzare i cambiamenti climatici.
Con la pubblicazione dell'Energy, transport and environment indicators (2015 edition) l'Eurostat fotografa la situazione degli Stati europei, il cui risultato è nel complesso soddisfacente ma rivela alcune ombre.
Gas serra. Le maggiori riduzioni di emissioni di gas serra sono state ottenute dagli Stati baltici, infatti Lettonia (-57,1%), Lituania (-55,6%), Estonia (-52,6%) e Romania (-52,0%) hanno più che dimezzato le loro emissioni, mentre aumenti significativi sono stati registrati a Malta (+ 57,3%), Cipro (+ 47,7%), Spagna (+ 22,5%) e Portogallo (+ 14,9%). La media Ue è del -17,9% un risultato molto vicino all'obiettivo del 20% .
Questo è il dato visto in percentuale, però se si va ad analizzare la quantità, ossia le tonnellate equivalenti di CO2 immessa nell'atmosfera si scopre che nel solo 2012 la Ue ha prodotto 4.7miliardi di tonnellate di CO2, di cui quasi un miliardo prodotto dalla sola Germania, 0,6 miliardi dal Regno Unito, 0,5 miliardi dalla Francia, 0,47 miliardi dall'Italia, 0,4 miliardi dalla Polinia e 0,35 miliardi dalla Spagna. Solo questi sei Paesi rappresentano più del 70% di tutta la produzione Ue.
Trasporti. Un altro dato osservato speciale è quello legato all'industria dei trasporti, in quanto il settore risulta essere il secondo inquinatore di tutti i gas serra prodotti nella Ue, di cui è bene ricordare che più dei due terzi di queste emissioni sono prodotte dal trasporto su gomma. Per questo motivo l'intermodalità, nei trasporti interni di passeggeri e merci nell'Ue è vista come una strategia per la riduzione dei gas serra.
Nel decennio 2003-2013 gli stati che hanno incrementato maggiormente il trasporto pubblico su rotaia sono state l'Austria (+3,2%) e il Regno Unito (+3%). Mentre Romania (-7%), Ungheria (-3,2%), Polonia (-3,0%) e Bulgaria (-2,6%) hanno fatto registrare i cali più significativi. La media Ue è di un +0,9%, e il dato per l'Italia è un +0,8%.
Per quanto riguarda il trasporto merci sono sempre gli stati dell'Est Europa a far registrare il calo più significativo nel decennio 2003 -2013: Estonia (-26,8%), Bulgaria (-25,2 %), Polonia (-18,5%), Lituania (-16,4%) e Slovacchia (-16,1%). Mentre l'Austria conferma il suo primato anche nelle merci +14,4%, seguita da Danimarca (+5,3%) e Germiana (+5,1%). Mentre la media Ue è di -0,5% e il dato italiano è +2,6%.
Energia. Venti Stati membri hanno già raggiunto i loro obiettivi sul consumo di energia. Dal 1995 al 2006 la Ue ha conosciuto un vero e proprio boom di consumi energetica, ma da allora il calo è stato sempre constante portando la Ue sui consumi dei primi anni '90. Rispetto al 2005, tutti i paesi dell'UE hanno visto i loro consumi calare, tranne Estonia e Polonia.
I
cali maggiori sono stati in Lituania (-27,9%), Grecia (-22,6%), Malta
(-20,0%), Ungheria (-17,3%), Spagna (-16,4%), Romania (-15,8%),
Portogallo (-14,5%), Italia
(-14,1%),
Bulgaria (-13,8%), Regno Unito (-12,7%) e Cipro (-12,0%).
Energie
rinnovabili.
La Svezia risulta la nazione con la massima quota di
energie rinnovabili mentre il Lussemburgo è quello tra i membri Ue
con la quota più bassa.
Con il 52,1% la Svezia nel 2013 è la
nazione con la percentuale più alta di energia consumata proveniente
da fonti rinnovabili, segue la Lettonia (37,1%), Finlandia (36,8%) e
Austria (32,6%). Al contrario, i valori più bassi si riscontrano in
Lussemburgo (3,6%), Malta (3,8%), Olanda (4,5%) e
Regno Unito
(5,1%). La media Ue è del 15%. l'Italia è poco
sopra la media Ue con il 16,7%.
In
generale l'Italia è tra i paesi Ue che hanno ridotto
meno le emissioni di CO2, si conferma tra i maggiori inquinatori
dell'Ue a 28, ma è tra i virtuosi sulla riduzione del consumo
energetico e sulle rinnovabili. Aumenta l'offerta di trasporto merci
su rotaia ma comunque al
di sotto della media Ue. Inoltre nel
2013 l'Italia ha
già raggiunto e superato il suo obiettivo 2020 per
la riduzione dei consumi energetici (153,7
mln di tonnellate contro le 158 stabilite) e
quasi raggiunto anche l'obiettivo sulle rinnovabili, con il 16,7%
dove l'obiettivo minimo è 17%.