Silvestrini su Galletti: "Riscaldamento globale entro 1,5 gradi? Va bene, ma sia coerente"
Il direttore del Kyoto Club: "Il Governo ha il freno a mano tirato sulle rinnovabili, il Green Act non esce, si continua ad andare avanti sulle trivellazioni. Vorrei capire la coerenza tra quello che si dichiara e quello che si fa"
12 November, 2015
“Siamo contenti di
annoverare il ministro Galletti tra le punte di diamante
dell'ambientalismo, solo che vorremmo maggiore coerenza”. Esordisce con questa piccola provocazione Gianni Silvestrini, raggiunto da Eco dalle
Città per un commento sulla proposta avanzata dal ministro
dell'Ambiente Gianlcuca Galletti di inserire nel testo conclusivo
della Cop21 di Parigi l'obiettivo del contenimento del
riscaldamento globale a 1,5 gradi invece che a 2.
“1,5
gradi significa ridurre le emissioni dell'80% al 2050, per 2 gradi si
tratterebbe invece di ridurle del 50%. Significa mettere in atto una
fortissima
accelerazione”, spiega il
direttore scientifico del Kyoto Club, che proprio sullo spunto teorico
dei due gradi ha intitolato il suo ultimo lavoro. “Se uno assume questa
posizione, che è quella del mondo
ambientalista più radicale, allora deve fare delle scelte di un
certo tipo. Invece il Governo ha il freno a mano tirato sulle
rinnovabili, il Green Act annunciato da mesi non esce, si continua ad
andare avanti sulle trivellazioni... vorrei davvero capire la
coerenza tra quello che si dichiara e quello che si fa”.
“Eppure
ci sarebbero numerose leve su cui lavorare – rilancia
Silvestrini - , una su tutte
la riduzione dei consumi nel settore civile, visto che la metà delle
nostre case consuma tre volte rispetto ad un edificio di nuova
costruzione". Tra l'altro, con la Direttiva 2010/31/Ue, l'Europa impone per la fine
del decennio la realizzazione di edifici a
consumi energetici “quasi zero”, cioè edifici "ad altissima prestazione energetica, con
un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura
significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta all'interno
del confine del sistema (in situ)". Lombardia ed Emilia Romagna
si sono già portate avanti, anticipando di qualche anno i termini. Il resto dell'Italia si adegua alla norma nazionale, ma sono gli strumenti finanziari l'arma fondamentale. "Il Ministero
dell'Ambiente dovrebbe accompagnare le attuali detrazioni fiscali per
la riqualificazione con provvedimenti che vadano verso la riqualificazione energetica
spinta degli
edifici, la
cosiddetta deep renovation, che
è la prossima sfida a cui siamo chiamati”. Come infatti
lo stesso Silvestrini spiegava qualche tempo fa in un articolo su
Quale Energia, “la
strategia climatica dell'Unione
Europea comporta
un salto di qualità, puntando
sia ad un raddoppio delle superfici annualmente riqualificate sia a
riduzioni più spinte, fino al 60-80%, dei consumi degli edifici”."Io, ministro, ti prendo anche in parola ma fai almeno un'azione in tal senso".
Clima, Galletti: "Italia punterà a contenere riscaldamento entro 1,5 gradi"