Parigi, coalizione Climat 21: Faremo sentire la nostra voce
Dopo che il governo francese ha proibito le manifestazioni collegate alla conferenza sul clima di Parigi, gli organizzatori dichiarano che troveranno altri modi per farsi ascoltare
18 November, 2015
di Laura Tajoli
Il governo francese ha deciso ieri, 18 novembre, di annullare la grande manifestazione che avrebbe dovuto avere luogo a Parigi tra place de la République e place de la Nation, domenica 29 novembre, in occasione dell’apertura della conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP21. Anche gli eventi organizzati per domenica 12 dicembre all’indomani della chiusura dell’incontro internazionale saranno cancellati.
In un comunicato pubblicato in serata, il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha detto che “La situazione conseguente agli attentati del 13 novembre impone che le condizioni di sicurezza siano rafforzate. Le manifestazioni organizzate negli spazi circoscritti e chiusi saranno mantenute ma, al fine di evitare ulteriori rischi, il governo ha deciso di non autorizzare marce per le strade pubbliche di Parigi o in altre città francesi il 29 novembre e il 12 dicembre”.
La Coalizione Climat 21 ha reagito prontamente: “Ci dispiace che non siano state trovate valide alternative per permettere le nostre mobilitazioni. Siamo comunque determinati a fare sentire le nostre voci su tutte le questioni relative ai problemi climatici. Siamo coscienti della gravità della situazione ma, più che mai, faremo di tutto per unirci e mobilitarci. Non ci sarà COP21 senza la mobilitazione della società civile”, ha dichiarato Juliette Rousseau, coordinatrice della Coalizione Climat 21 (che comprende 130 ONG, alcuni sindacati e diverse associazioni).
“La mobilitazione si farà anche sul fronte internazionale”, ha dichiarato Emma Ruby Sachs, direttrice esecutiva di Avaaz che ha proseguito dicendo che “è fondamentale che i cittadini del mondo marcino il 29 novembre, anche in nome di quelli che non lo potranno fare. Dobbiamo dimostrare che siamo più determinati che mai ad accettare le sfide che l’umanità deve affrontare, motivati dalla speranza e non dalla paura”.
Dal canto suo, il direttore generale di Greenpeace Francia, Jean-Francois Juliart ha affermato che “Se non possiamo marciare per il clima nelle strade di Parigi, raddoppieremo la nostra creatività per farci sentire in altro modo”.
In effetti, alcune organizzazioni stanno già preparando delle alternative. “Il governo può bloccare le manifestazioni, ma non fermerà la nostra mobilitazione e non ci impedirà di rafforzare il movimento per il clima”, ha sottolineato Nicolas Haeringer di 350.org France “anche se sarà difficile portare avanti tutto quello che abbiamo organizzato, troveremo il modo per fare sì che la nostra voce venga ascoltata".Nel resto del mondo, le reazioni delle organizzazioni che avevano programmato di manifestare a Parigi il 29 novembre non si sono fatte attendere. "Se a Parigi non potranno marciare per il nostro Pianeta, noi possiamo farlo", ha dichiarato in un comunicato, RIchen Patel di Avaaz. "Possiamo dimostrare all’ISIS che zittire alcuni di noi renderà il resto del mondo ancora più determinato a marciare con una voce ancora più forte. Perché siamo un unico popolo su un unico Pianeta, impegnato in una sfida per salvare tutto ciò che amiamo. Il 29 Novembre ci saremo come mai prima d’ora".
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