Mi alzo,vado in bagno e sciacquo la faccia dalla stanchezza, venti minuti e sono pronta.

Vado in cucina dove incontro mio padre e gli spiego che oggi domenica 29 è una giornata importante, devo conoscere le Sentinelle e "aiutare" Vanchiglia ad essere rispettata e "differenziata".

Annuisce, continua la colazione, io bevo un bicchierer d'acqua e scendo giu' dal quinto piano in Via Guastalla.

A passo spedito raggiungo Chiesa Santa Giulia, nel tragitto butto due bottiglie di vetro negli appositi bidoni che trovo in mezzo al marciapiede, e penso sia un buon inzio per me e pessimo per il senso civico torinese.

Ore 10.34 individuo Paolo Hutter, mi presento e lui mi abbraccia felice senza conoscermi. Anche io sono felice.
Mi dona una maglietta Eco della Città, un paio di guanti e mi spiega l'obbiettivo della mattinata.

"Le parole chiave sono cartoni ed oggetti potenzialmente riutilizzabili", specifica indaffarato.

Annuisco stupita, penso che sarà difficile trovare molti cartoni ed oggetti da smaltire con altri consorzi, in cassoni della raccolta indefferenziata.

Apriamo i primi due bidoni della mattinata, nel primo trovo una scopa ed una paletta nuova con l'etichetta immacolata sopra. Un maglione pulito e quattro cartoni.

Sgomento...davvero ho trovato una scopa?

Mi sposto ora sono in Via Giulia Di Barolo, apro i tre cassonetti.

Torno alla base con quattro paia di occhiali confezionati nuovi, lacci di scarpe, e ben cinque cartoni di birre. Sempre più allibita poso a terra  i bottini e conosco Stefano, il mio compagno di squadra, ci affidano un cassone giallo dove depositare gli "obbiettivi". Ispezioniamo le vie che ci hanno segnalato, Stefano trova una sedia a sdraio nuova blu, giocattoli e libri. Proseguiamo in Via Santa Giulia dove peschiamo nel terzo blocco di bidoni, quattro giacche pulite e stirate con tanto di cravatta abbinata.
I cartoni sono già dieci.

Straniti ed allo stesso tempo volenteresi, arriviamo in Largo Montebello dove lo scenario (interno) della spazzatura è preoccupante.

Chili di plastica ed imballaggi che occupavano l'80% della capienza concessa dell'indifferenziata.
Ci guardiamo senza parlare, sappiamo che non è il nostro obbiettivo ma prendiamo tutto e decidiamo di deviare in Corso Regina per differenziare quella massa di plastica non indifferente...almeno per noi.

Torniamo alla base e incontriamo le altre squadre che hanno i cassoni giallo limone pesanti e visibilmente pieni. Scarichiamo e ripartiamo per la seconda ispezione.

Passiamo per Via degli Artisti e troviamo un rubinetto, un servizio in ceramica da the, un paio di scarpe, una spazzola antica per lucidare i mocassini, un pezzo di una macchina, cartoni a non finire e incoerenza costante; caffè, vetro, plastica, cibo, alluminio messi insieme come se non fossero visibilmente classificibali e distinguibili.

Torniamo alla base, euforica di aver "aiutato" Vanchiglia ma visibilmente amareggiata, scarichiamo tutto alla base e disponiamo di oggetti recuperabili con ordine. Mi guardo attorno e vedo una gran partecipazione, serietà e risate.

Allora decido di mettere da parte l'amarezza, perchè forse qualcuno oggi ci ha visto anche se non ha mai voluto relamente vedere e riflettere.

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" citano spesso dal grande maestro Gandhi, eppure preferisco aggiungere, come Siddharta insegnava duemila anni fa, che "il cambiamento è l'unica costante" e a mio modesto parere inzia anche da Domeniche impreviste con persone impredivilmente magnifiche.

Grazie Sentinelle,
con tutto l'affetto e l'ammirazione di cui dispongo