Avanzi al ristorante da portare a casa: non chiamiamole più Doggy, ma Family Bag
A combattere lo spreco di cibo si parte dal ristorante. 100 ristoratori del Veneto adotteranno le Family Bag prodotte da CONAI
11 December, 2015
Smetteremo di vergognarci di chiedere di portare a casa gli avanzi di cibo del nostro risi e bisi, baccalà alla vicentina, fegato alla veneta o, per i vegetariani, fagioli alla veneta, radicchio vicentino o più semplicemente polenta, ordinati al ristorante? Forse questa è la volta buona.
Il 10 dicembre a Padova c'è stato infatti un incontro importante che ha visto insieme il Ministero dell'Ambiente, dopo EXPO molto impegnato nella sensibilizzazione contro lo spreco alimentare, CONAI, il Consorzio nazionale imballaggi, e Unioncamere Veneto.
L'idea innanzitutto è di non chiamarlo più "doggy bag", che fa troppo cagnesco, ma "family bag" (così si promuove anche la famiglia) sperando che il passaggio culturale possa convincere gli schizzinosi e i vergognosi del fatto che per combattere lo spreco alimentare bisogna saper dare valore a tutto il cibo, anche a quello che resta nel piatto al ristorante e finisce inevitabilmente nella pattumiera.
Il CONAI, rappresentato a Padova dal presidente Roberto De Santis, ha ritenuto che nulla possa essere più adatto dei materiali riciclati degli imballaggi, per creare delle doggy, pardon family, bag. E così hanno prodotto dei contenitori usando tutti i materiali: acciaio, alluminio, carta, legno e plastica.
L'altra collaborazione è arrivata della Unioncamere Veneto, rappresentata da Fernando Zilio, che vuole concorrere alla diffusione delle family bag nel nord-est e quindi ha individuato 100 ristoranti del Veneto che riceveranno una prima fornitura di contenitori.
E' un progetto pilota, che vorrebbe spingere gli italiani a non sentirsi in colpa di aver sprecato del cibo ancora buono, né a temere di offendere i ristoratori.
A Padova, la sottosegretaria al Ministero dell'Ambiente Barbara Degani ha ricordato che il Governo ha intrapreso anche un'importante iniziativa, occupandosi di rivedere le Linee Guida dell’Educazione Ambientale, assieme al Miur, essendo il tema dell’alimentazione e dello spreco uno dei pilastri imprescindibili della sensibilizzazione ambientale in genere.
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