Euro3 diesel: in Regione Lombardia è pronta la delibera per il blocco dal prossimo 15 ottobre
L'assessora all'Ambiente Terzi comunica che la delibera di Giunta per il blocco lombardo degli Euro3 diesel è pronta. Il Governatore Maroni: senza i fondi del Governo che avevamo chiesto per la rottamazione, siamo costretti a farlo
Martedì 12 gennaio, in Regione Lombardia, si è svolto un incontro con 70 sindaci lombardi sulla questione della qualità dell’aria, durante il quale l’assessora all'Ambiente Terzi ha annunciato essere pronta la delibera per la restrizione della circolazione anche agli euro3 diesel, da includere nelle limitazioni che scattano ogni anno il 15 ottobre, da portare nella prossima Giunta. Una decisione da tempo attesa e da tempo rimandata, in Lombardia, ma che ora pare quasi obbligata, dopo l'ultima emergenza smog che ha colpito Milano e gran parte della Regione, per circa 2 mesi. Pure AreaC, dall'1 gennaio 2016, non ammette più la deroga per gli euro3 diesel (anche se qualche eccezione resta).
L'intervento sui mezzi più inquinanti, tra quelli ancora in circolazione, ossia i Diesel Euro3, s'inserirà nelle misure antismog regionali già vigenti da anni, dal 15 ottobre al 15 aprile, per tutti i 209 Comuni compresi nella 'Fascia 1. "Siamo molto orgogliosi di questo provvedimento, che andrà in Giunta la prossima settimana – ha aggiunto l'Assessora regionale dell'Ambiente - e che vede come sempre la Lombardia precursore rispetto alle altre Regioni italiane".
La 'Fascia 1' riguarda gli agglomerati, più i capoluoghi, di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova e relativi Comuni di cintura, per un totale di 209 Comuni. L'elenco completo dei Comuni interessati è consultabile all'indirizzo: http://www.reti.regione.lombardia.it/cs/Satellitec=Redazionale_P&childpagename=DG_Reti%2FDetail&cid....
Come spesso hanno lamentato gli Amministratori locali, Terzi ha tuttavia ribadito la necessità di una "regia unica" per contrastare lo smog. Una regia che non può che essere governativa, dei Ministeri coinvolti, sostiene Terzi, "con l'obiettivo di avvicinarci il più possibile ai limiti posti dalla normativa europea per contenere i superamenti delle pm10 entro i 35 giorni in un anno. Un obiettivo difficile, ma, se esaminiamo i dati degli ultimi dieci anni, ci stiamo avvicinando, il che significa che le azioni messe finora in campo sono quelle giuste e stanno dando i loro frutti".
Il Governatore lombardo Maroni non è mai stato del tutto d'accordo sull'includere nella lista dei motori inquinanti che vengono fermati (perlomeno sulla carta) dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni anno, in Lombardia, anche gli euro3 diesel. "La restrizione della circolazione non è quello che io volevo", ha dichiarato infatti dopo l'incontro di martedì. "Avevo chiesto al ministro Galletti e al Governo un contributo di 200 milioni all'anno per cinque anni per la rottamazione degli Euro 0, 1, 2 e 3. Questo avrebbe portato forti benefici alla qualità dell'aria, ma queste risorse non ci sono e quindi non possiamo procedere in questo senso. In assenza di ulteriori risorse faremo la limitazione della circolazione dei diesel Euro3".
Maroni ha però precisato che la decisione potrà essere presa solo dopo avere adottato delle misure compensative per chi subirà questa limitazione aggiuntiva nei blocchi della circolazione: "Ho dato incarico agli assessori Terzi, Garavaglia e Parolini di studiare per la prossima Giunta un sistema di compensazione per chi avrà queste limitazioni, in particolare per chi usa questi mezzi per lavoro". Maroni ha poi ricordato che in Lombardia esiste già l'esenzione dal pagamento del bollo auto per chi rottama un vecchio veicolo inquinante e ne prende uno nuovo e che se tutti gli Euro3 venissero rottamati l'esenzione dal bollo auto significherebbe minori entrate per 200 milioni di euro, tutti sulla spesa corrente.
La necessità di misure compensative, del resto, è stata avanzata anche dall'opposizione in Regione Lombardia che, attraverso il consigliere PD Giuseppe Villani, capogruppo in VI Commissione Ambiente, ha dichiarato: “Il blocco dei diesel euro3 deve essere accompagnato da incentivi adeguati perché le politiche ambientali per funzionare devono essere economicamente sostenibili". Secondo Villani "non servono contributi a pioggia, ma incentivi ben indirizzati a chi ha effettivamente bisogno e la Regione deve fare la propria parte”.
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