Trivelle, la Corte Costituzionale dice sì al referendum sulla durata delle autorizzazioni
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate
19 January, 2016
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum, proposto da nove consigli regionali, contro le trivellazioni in mare. Il quesito, che aveva già superato il vaglio della Cassazione a differenza degli altri 5 proposti dalle Regioni e bloccati dalla Suprema Corte dopo le modifiche introdotte dal governo con l'ultima legge di Stabilità, riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate.
La decisione è arrivata dopo che questa mattina si è tenuta l'udienza davanti alla Consulta in camera di consiglio.
I quesiti referendari proposti erano in tutto sei. In un primo tempo l'Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti. Ma il governo ha introdotto una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno messo mano alla materia. La Cassazione ha quindi valutato nuovamente i referendum ritenendolo ammissibile solo il sesto: il quesito riguarda nello specifico la norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la "durata della vita utile del giacimento".
In un primo tempo le Regioni promotrici erano dieci, ma nei giorni scorsi l'Abruzzo ha scelto una diversa strategia e ha abbandonato la campagna referendaria.
“Il presidente Renzi dev’essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito democratico dev’essere contento per definizione. La campagna referendaria contro le trivelle – ha aggiunto – comincia subito”. Sulla stessa linea d’onda Giovanni Paglia, “Contento che la Consulta abbia fatto giustizia perché con l’approvazione della legge di Stabilità il governo era riuscito a eliminare cinque dei sei referendum chiesti da regioni e comitato No Triv.
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