Consorzi riciclo imballaggi, Versari: "La concorrenza può innovare il sistema"
Discusso in commissione Industria al Senato il ddl concorrenza, in cui sono contenute anche misure per liberalizzare parzialmente il settore della gestione dei rifiuti da imballaggio. Ne abbiamo parlato con Marco Versari, presidente di Assobioplastiche
21 January, 2016
Ad ottobre 2015 la Camera ha approvato (con 269 sì, 168 no e 23 astensioni) il disegno di legge per il mercato e la concorrenza (C. 3012-A e abb.), in cui sono contenute anche delle nuove misure per liberalizzare il settore della gestione dei rifiuti da imballaggio. Il testo è stato appena discusso presso la commissione Industria del Senato, dove il 14 gennaio sono stati presentati più di mille emendamenti.
Per quanto concerne la gestione degli imballaggi, uno degli articoli aggiuntivi approvati dalla Camera modifica il codice dell’ambiente relativamente ai sistemi autonomi, quelli non appartenenti al consorzio nazionale Conai. La norma dice che laddove i produttori di imballaggi abbiano scelto di aderire ad un consorzio autonomo per la gestione del packaging post consumo, il pagamento del contributo ambientale dev’essere sospeso già a partire dal riconoscimento del progetto e non, come prevedeva il codice dell’ambiente, dall’intervenuto accertamento del funzionamento del sistema autonomo. L’Anci ha lanciato subito l'allarme: “Le norme contenute nel Ddl concorrenza – ha detto il delegato all’Energia e ai Rifiuti, Filippo Bernocchi – se non uniformate al contesto generale disciplinato dal Codice ambientale, porteranno a gravi perdite per i Comuni, stimabili in alcune centinaia di milioni a solo vantaggio di alcuni produttori che così potranno evitare di pagare il contributo ambientale”. Lo stesso Bernocchi ha poi auspicato un intervento del Governo per affrontare in maniera organica una riforma del sistema dei consorzi.
Dopo quello di Roberto Cavallo e Francesco Ferrante, abbiamo raccolto un altro parere autorevole sulla faccenda, quello di Marco Versari, presidente di Assobioplastiche. Ecco che cosa ci ha detto.
“Posto che il valore del lavoro svolto da Conai è fuori discussione, credo sia lecito aprire un dibattito sul tema, in maniera laica, senza preconcetti o pregiudizi, perché tutti sappiamo che alcuni flussi di imballaggi dovrebbero essere trattati con un approccio olistico e che ci sono tutte le condizioni per lo sviluppo di nuovi sistemi, efficaci ed efficienti, maggiormente in linea con i tempi e con i cambiamenti in atto nei materiali, nei modelli produttivi e nei comportamenti di consumo.
Nel collegato ambientale c’era un articolo che prevedeva la costituzione di un consorzio delle bioplastiche, pensato non certo in contrapposizione al consorzio generale ma come presa d’atto del fatto che il fine vita di alcune categorie di materiali è diverso. Non alternativo ma diverso e pertanto meritorio di approcci diversi. E’ ovvio che fino a che la legge dispone che i produttori di bioplastiche stiano dentro al consorzio unico noi la rispetteremo senza se e senza ma, perché ci sono obiettivi di riciclo importanti da conseguire e la legge è legge. Però penso anche che questi obiettivi possano essere conseguiti con pari efficacia tenendo conto delle nuove esigenze e delle novità: una filiera che si conclude nel compostaggio, come quella delle bioplastiche, non può essere valorizzata presso i cittadini e le comunità allo stesso modo di filiere più tradizionali.
Dal mio osservatorio, quindi, plaudo al fatto che dopo 20 anni ci si apra, finalmente, a valutare la possibilità di rendere più efficace ed efficiente il sistema di riciclo italiano, mirando a farlo diventare un modello anche per altri paesi. Questa si chiama innovazione, apertura al cambiamento che, non dimentichiamolo, a differenza dell’arrocco, è sempre vita.