Per bloccare lo smog la Regione Piemonte “inventa” il semaforo a 4 colori
Misure progressive identiche in tutto il Piemonte. Chiamparino: “L’ultima parola resta ai sindaci” - da La Repubblica del 04.02.2016
04 February, 2016
Per lo smog in Piemonte, adesso, c’è un semaforo. Ma un semaforo a quattro colori, giallo, arancio, rosso cinabro e rosso vivo, a ciascuno dei quali corrisponde un pacchetto di misure anti-inquinamento. Misure condivise dai sindaci dei comuni capoluogo e dai presidenti di Province e città metropolitane. L’ha deciso il tavolo convocato ieri da Sergio Chiamparino per costruire «un vademecum di provvedimenti» sui quali però poi «varrà ancora l’ultima parola dei sindaci».
E così il giorno dopo il “tavolo green” al ministero dell’Ambiente, che dovrebbe destinare al Piemonte circa 45 milioni per il contrasto all’inquinamento, ora per i 48 comuni piemontesi che hanno più di 15 mila abitanti c’è anche un protocollo per le emergenze. Una novità, visto che finora i comuni «si sono mossi in autonomia e a macchia di leopardo, mentre – ha sottolineato il presidente – i numeri ci dimostrano da un lato che le misure straordinarie devono essere omogenee per essere efficaci, e in ogni caso, è sul lungo periodo che si valutano le tendenze e gli effetti sulla salute».
Al vertice in piazza Castello, Arpa si è presentata con il trend degli ultimi dieci anni. Trend positivo, nonostante due anni da bollino nero: il 2006, con le Olimpiadi, e il 2012, con il record di freddo. Persino nel 2015, la media annua del Pm10 è rimasta al di sopra del limite stabilito dalla Ue (50 microgrammi per metrocubo).
Se fosse stato già attivo, il semaforo sarebbe diventato giallo il 7 di novembre scorso, settimo giorno consecutivo di Pm10 sopra i 50 microgrammi. Sarebbe entrato in vigore il blocco per 300 mila veicoli diesel euro 3 (lo stesso richiesta dalla mozione che sarà discussa oggi a Palazzo Civico, firmata dal vice-capogruppo Pd Silvio Viale che propone anche il biglietto unico nei giorni dello shopping natalizio), la riduzione di un grado del riscaldamento negli uffici pubblici, il divieto di bruciare sterpaglie, usare caminetti a legna e spargere letame nei campi per un raggio di 20 chilometri. Il semaforo “giallo” sarebbe rimasto in vigore tutto il mese, per diventare arancione il 4 dicembre, quando le colonnine di Arpa hanno registrato le polveri sottili a quota 120, 126 e 111, ovvero oltre 100 microgrammi per tre giorni consecutivi. A quel punto il semaforo sarebbe diventato arancio e avrebbe suggerito lo stop anche ai diesel euro 4 e un ulteriore grado in meno nel riscaldamento, anche nelle abitazioni. E giallo e arancio sarebbero scattati anche il 26 di gennaio (i livelli erano già da 7 giorni sopra quota 50 e da tre sopra 100: anche qui con case e uffici più tiepidi e 700 mila auto diesel in garage.
I due livelli di rosso però non si raggiungono in Piemonte ormai da anni. Con il “rosso cinabro” («quello olimpico» come l’ha chiamato Sergio Chiamparino scatterà il limite di 90 chilometri orari su autostrade e tangenziale e il blocco totale di tutti i diesel. Mentre oltre la soglia dei 180 microgrammi, che corrisponde al rosso granata, è previsto il blocco totale della circolazione urbana e extraurbana nei giorni feriali e la possibilità di viaggiare gratis sui mezzi pubblici.
«Bene l’idea del semaforo, ma i parametri sono surreali. I provvedimenti efficaci scatterebbe solo a fronte di situazioni catastrofiche tipo Pechino o Shanghai» attacca il Movimento 5 stelle, che chiede di anticipare gli autobus gratis al semaforo arancione. Critica anche Legambiente per la quale le misure della Regione sono insufficienti. (mc.g.)