"Inquinamento dell'aria e azioni per ridurlo in modo duraturo". Lo studio del prof. Lorenzo Pagliano
Secondo il docente del Politecnico di Milano per ridurre l'inquinamento bisogna investire fondi nella “ristrutturazione energetica profonda” degli edifici esistenti, rendere sicuri spostamenti in bici e a piedi e integrarli con il trasporto pubblico
08 February, 2016
di Lorenzo Pagliano
Secondo il rapporto 2014 dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (AEA) a livello Europeo le emissioni di particolato (Particulate Matter o PM) primario da edifici sono da due a tre volte maggiori di quelle da trasporti. Il rapporto conclude che “le combustioni nelle residenze dominano le emissioni di PM10 e PM2,5 primari, e dal 2003 hanno aumentato le loro emissioni del 13 e 11% rispettivamente”.
Oltre al particolato primario una parte importante del particolato totale è rappresentata dal particolato secondario che si forma in modi diversi a seconda di temperatura, umidità e radiazione, a partire da precursori: idrocarburi, ossidi di azoto e di zolfo e ammoniaca. Questi precursori sono emessi da trasporti, edifici, agricoltura, industria e costituiscono essi stessi un rischio sanitario.
Inoltre le emissioni di particolato dovute ai veicoli sono solo in parte dovute alle emissioni dallo scappamento, in parte larga e crescente sono dovute all'abrasione di copertoni, freni e manto stradale. L’Agenzia Europea per l’Ambiente stima che al 2009 le emissioni “non da scappamento” fossero equivalenti al 22% del PM2,5 e 50% del PM10 dovuti agli scarichi. Lo stesso rapporto sottolinea cheanche se si azzerassero le emissioni dai tubi di scappamento il traffico continuerebbe a contribuire alle emissioni di PM (attraverso usura dei pneumatici, freni e manto stradale), citando Dahl et al., 2006; Kumar et al., 2013. Alcuni ricercatori stimano che al 2020 il 90% delle emissioni totali di PM10 da traffico saranno generate da fonti diverse dai tubi di scappamento (Rexeis and Hausberger, 2009).
Azioni per un miglioramento duraturo della qualità dell'aria
Da questi dati si possono trarre le seguenti linee di intervento prioritarie:
- investire fondi pubblici in “ristrutturazione energetica profonda” degli edifici esistenti, riducendone il fabbisogno di energia di una cifra compresa tra il 50% e l’80%, con interventi di isolamento avanzato delle parti opache, riduzione dei ponti termici, sostituzione finestre, riduzione delle infiltrazioni d’aria e recupero di calore su aria in uscita, applicazione di protezioni solari esterne e realizzazione di ventilazione naturale notturna in estate. Questo è negli obiettivi ad esempio della Germania e della città di New York, in ambo i casi con un piano per la ristrutturazione energetica profonda di tutti gli edifici rispettivamente del paese e della città entro il 2050. Col supporto scientifico di eERG il Comune di Milano sta effettuando una ristrutturazione energetica profonda su 3 edifici residenziali e una scuola. Si può trovare descrizione delle tecnologie in: http://www.eerg.it/index.php?p=Progetti_-_EU-GUGLE,http://www.eerg.it/index.php?p=Progetti_-_RenewSchool,
- stimolare investimenti privati nella “ristrutturazione energetica profonda” degli edifici esistenti con metodi simili a quelli in utilizzo in alcuni stati membri. Ad esempio in Regno Unito sarà proibito dare in affitto edifici con certificato energetico in classe F o G. In Francia è diventato obbligatorio per legge effettuare diagnosi energetiche di condomini a riscaldamento collettivo concepiti prima del 2001, ed effettuare una riqualificazione energetica entro il 2025 per abitazioni delle classi F e G. A Bruxelles tutti i nuovi edifici e ristrutturazioni ampie devono essere realizzati con elevata qualità dell’involucro, secondo uno standard equivalente a quello Passivhaus.
- rendere facili, sicuri e piacevoli gli spostamenti in bicicletta e a piedi nelle nostre città, che avrebbe un doppio risultato benefico sulla salute: ridurre drasticamente le emissioni di PM da copertoni, freni e usura del manto stradale, oltre che dagli scappamenti, e al tempo stesso migliorare attraverso l’esercizio la salute del sistema cardiaco, respiratorio e il metabolismo generale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Health economic assessment tools - HEAT - for walking and for cycling. Methodology and user guide).
- attuare una strategia per il trasporto a basso impatto basata su una integrazione di spostamenti a piedi, in bicicletta e trasporti pubblici. Il solo cambio di combustibile da benzina/diesel a elettricità/idrogeno non può eliminare le emissioni da usura pneumatici, freni e asfalto, genera al momento emissioni inquinanti al camino delle centrali termoelettriche in cui si produce l’energia elettrica, e non ridurrebbe la congestione delle città e l’occupazione di suolo da parte del trasporto individuale. I dati citati portano a ipotizzare che una riduzione considerevole del numero e delle dimensioni dei veicoli di trasporto privati sia la via principale per la riduzione delle emissioni e degli altri impatti da traffico (Copenaghen, Friburgo, Münster, Rotterdam, Ferrara,…). La città di Parigi ha annunciato a dicembre 2015 la costruzione di due parcheggi per biciclette custoditi giganti presso le stazioni ferroviarie di Gare Montparnasse e Gare de Lyon (4600 posti in totale)
Come finanziare le azioni necessarie?
Un rapporto pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel 2015 conclude che i sussidi alle fonti di energia fossili (in forma di sussidi diretti e di mancata imputazione dei costi sanitari a queste fonti) ammontano al 6,5 % del prodotto lordo mondiale. FMI afferma che l’eliminazione di questi sussidi produrrebbe benefici “potenzialmente enormi”: “Eliminare I sussidi post-tassazione nel 2015 potrebbe aumentare gli introiti dei governi di 2,9 trilioni di dollari (3,6% del prodotto lordo mondiale), ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 20%, e dimezzare le morti premature dovute a inquinamento dell’aria”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha autorevolmente ricordato nel discoro di fine anno lo studio di Confindustria, secondo il quale l’evasione fiscale in Italia rappresenta il 7,5% del PIL (122 miliardi di €/anno).
Per confronto si consideri il piano di ristrutturazione energetica profonda di tutti gli edifici del paese entro il 2050 che è parte del “Concetto Energetico” della Germania. Secondo le stime dell’Università di Berlino l’investimento pubblico (nella forma di incentivi economici proporzionali al risparmio di energia) per promuovere la ristrutturazione profonda del 2% degli edifici ogni anno oscillerebbe tra i 5 e 8 Miliardi di euro/anno. Si tratta di un prolungamento e rafforzamento del decennale programma di incentivi e prestiti a basso interesse realizzato attraverso la banca pubblica KfW.