Una buona pratica finora sconosciuta: il recupero di cibo delle 'gattare'
Dar da mangiare ai gatti evitando sprechi di cibo. Da Torino una buona pratica che viene finalmente allo scoperto: è il recupero del cibo non servito nelle mense scolastiche che viene destinato alle colonie feline urbane. Un caso virtuoso praticato in 26 scuole cittadine, reso possibile dalle cosiddette “gattare”
08 February, 2016
Chi pensa che il recupero del cibo e la riduzione dei rifiuti sia un terreno completamente esplorato, si sbaglia. Esistono ancora buone pratiche sconosciute che hanno bisogno di venire allo scoperto. Un esempio è il recupero del cibo non servito nelle mense scolastiche da destinare ai gatti delle colonie feline. E’ quanto avviene a Torino. Questo caso virtuoso è frutto della volontà di alcune “gattare” (amanti dei felini, generalmente di sesso femminile) che, dopo aver ricevuto il via libera a seguito di una richiesta al Comune, hanno iniziato a raccogliere il cibo non servito nelle mense di 26 scuole torinesi (mappa) per poi destinarlo alle colonie feline della città. I volontari che realizzano la raccolta, in tutto 14, appartengono a diverse associazioni animaliste, tra cui, Lega italiana per la difesa del gatto, Gattagorà, OIPA, Mondo gatto, LIDA, ENPA.
Ma da quanto tempo esiste questa buona pratica a Torino? A livello spontaneo esiste “da tempi remoti”, ha ricordato Franco Tecchiati, già responsabile del Servizio Tutela Animali e Servizi per l'Ambiente del Comune di Torino. “Da quando ci sono norme igieniche più severe nella gestione delle mense e, soprattutto, la gestione è terziarizzata, è stato necessario far fare domanda alle gattare per regolare i rapporti tra gattare e dipendenti delle società che gestiscono le mense, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai locali destinati al servizio di preparazione dei piatti”. Da punto di vista legale, non ci sono impedimenti. A Torino "le gattare ricevono un foglio con le regole igieniche da seguire" e "la regola principale è che non possono recuperare il cibo avanzato nei piatti, ma solo quello non distribuito” ha sottolineato Tecchiati.
Tra le gattare che da più tempo recuperano il cibo da destinare ai gatti, c’è Mirella Pourpour, della LIDA. “In genere - ha raccontato ad Eco dalle Città - recupero i primi non serviti (pasta, riso) e in alcuni casi il secondo (carne o prosciutto). Normalmente li ritiro quotidianamente, al pomeriggio, e porto il cibo nella colonia felina che si trova vicino alla scuola (in strada Castello di Mirafiori). Le quantità medie raccolte ogni giorno sono un paio di chilogrammi di primi piatti e alcune centinaia di grammi di secondi. A volte però capita che non ci sia nulla. C’è da notare - ha concluso Mirella Pourpour - che negli ultimi due anni, le quantità raccolte sono diminuite, forse anche per una maggiore efficienza nel calcolo delle quantità da servire nei piatti dei bambini”.