Città del Messico, emergenza smog: auto ferme un giorno a settimana e un sabato al mese
Il problema principale è dovuto all’ozono, i cui valori da fine febbraio a giugno aumentano vertiginosamente. Dal 30 marzo al 30 giugno è stato imposto a tutti i veicoli privati di rimanere fermi un giorno alla settimana e un sabato al mese
04 April, 2016
Città del Messico sta attraversando la peggiore crisi della qualità dell’aria dei suoi ultimi 14 anni, tanto che dal 30 marzo è stato imposto a tutti i veicoli privati di rimanere fermi un giorno alla settimana e un sabato al mese. Il programma “Hoy No Circula”, questo il nome del provvedimento, durerà fino al 30 giugno, quando inizierà la stagione delle piogge, che dovrebbe garantire un miglioramento della situazione.
La novità non è tanto la misura in sé, già in vigore da tempo nella megalopoli in cui vivono 20 milioni di persone, quanto il fatto che sia stata estesa a tutti i veicoli in circolazione, circa 10 milioni, compresi quelli più moderni che fino ad oggi erano stati esentati grazie alle loro basse emissioni. La Commissione Ambiente della città ha inoltre abbassato la soglia oltre la quale saranno dichiarate necessarie misure d’emergenza, prevedendo che le condizioni atmosferiche dei prossimi tre mesi continueranno a favorire l'accumulo di inquinanti nell’aria.
Il problema principale è dovuto all’ozono, i cui valori da fine febbraio a giugno aumentano vertiginosamente. A differenza di polveri sottili e ossidi di azoto (NOx), l'ozono è un inquinante secondario: si origina anch'esso dalle molecole delle esalazioni industriali e da traffico automobilistico ma a seguito di una complessa catena di reazioni chimiche scatenate dalla radiazione luminosa. A Città del Messico la radiazione solare alta, l’aria stagnante e i bassi livelli di umidità nell'atmosfera sono fattori che creano le condizioni ideali perché l’inquinamento da ozono arrivi a livelli altissimi. In Italia accade qualcosa di simile in piena estate, quando il gran caldo assedia i centri urbani.
Nonostante non sia la prima volta che le autorità decidano per delle misure d’emergenza analoghe, molti cittadini della capitale messicana sono arrabbiati per le limitazioni, che non sarebbero contro bilanciate da un servizio di trasporto pubblico efficiente. Secondo il giornale on line Vice, la metropolitana, il mezzo più utilizzato che già di per sé è spesso sovraffollata e per certi versi inefficiente, ha subito un aumento del 30 per cento dei passeggeri solo nell'ultima settimana.
Alcuni scienziati ambientali, inoltre, nutrono seri dubbi sugli effettivi risultati che si potranno conseguire con le limitazioni d’emergenza. Il Centro di Atmospheric Studies dell'Università Nazionale del Messico (UNAM) ha dichiarato che il vero problema di Città del Messico “è l'espansione urbana disordinata che influisce negativamente sulla qualità dell'aria, ma anche sulle riserve ecologiche, sulle colture e sulle risorse idriche. Lo smog di Città del Messico è causato da una combinazione di emissioni dei veicoli, dalla produzione industriale pesante e dalla forma a ciotola della città che contribuisce a far ristagnare gli inquinanti”.
Molto drastico il dottor Héctor Riveros del Dipartimento di Fisica presso UNAM: "Il programma Hoy No Circula non ha mai funzionato - ha dichiarato a Vice - il traffico può essere diminuito ma ma i livelli di inquinamento non sono cambiati. Anche se riuscissimo ad ottenere di togliere mezzo milione di automobili dalle strade, ci sarebbe 800.000 persone in più sui mezzi pubblici, che inquinano da quattro a cinque volte di più rispetto alle auto private. Bisogna migliorare il carburante, anche se l'unica vera soluzione è evitare che le persone debbano percorrere lunghe distanze per andare al lavoro."