Referendum trivelle del 17 aprile: come votare da "fuori sede"
In Italia non c’è nessuna legge per il voto di studenti, dottorandi e lavoratori residenti fuori dai luoghi di studio e lavoro ma si può aggirare l'ostacolo iscrivendosi come rappresentanti di lista ai seggi, firmando un modulo specifico che rilasceranno i partiti
04 April, 2016
Domenica 17 aprile 2016 è in programma il referendum sulle trivellazioni. I cittadini sono chiamati a pronunciarsi sul quesito che riguarda la durata dei permessi di prospezione ed estrazione petrolifera.
In Italia non c’è nessuna legge per il voto di studenti, dottorandi e lavoratori fuori sede, quindi anche in occasione del referendum sulle trivellazioni di domenica 17 aprile 2016 chi vorrà votare dovrà recarsi nel proprio comune di residenza, potendo però usufruire di una riduzione del 70% per i treni a lunga percorrenza, di una del 60% per i treni regionali e altre agevolazioni che presto verranno comunicate da Alitalia.
Per chi non potrà allontanarsi dalla regione di studio o di lavoro è possibile un espediente: iscriversi come rappresentanti di lista ai seggi, firmando un modulo specifico che rilasceranno alcuni partiti, avendo comunicato precedentemente i propri dati personali. Pertanto è obbligatorio presentare un documento di identità e la tessera elettorale, che può anche essere spedita qualora fosse rimasta all'indirizzo di residenza.
Si vota in tutta Italia non solo nelle regioni interessate dalle trivellazioni.
Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?»
Cosa andiamo a votare?
Con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare le trivellazioni in mare, tutelando non solo il mare italiano ma l’intero Mediterraneo da possibili disastri ambientali. Raggiungendo il quorum e votando SI si otterrà la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere che attualmente estraggono gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane, di continuare in questa operazione fino ad esaurimento del giacimento, senza limiti di tempo. Le attuali normative italiane non consentono di trivellare nuovi giacimenti per il futuro. Questo vuol dire che se si vuole tornare ad avere un limite alle estrazioni in atto e mettere fine alle politiche petrolifere del Governo occorre votare “Sì” al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni.
Cosa accade se non si raggiunge il quorum o vince il no?
Nel caso in cui non si raggiungesse il quorum previsto, pari al 50%+1 degli aventi diritto al voto, il Parlamento potrebbe prevedere che si torni a cercare ed estrarre gas e petrolio ovunque rimettendo in piedi in vecchi progetti, come Ombrina. Raggiungere il quorum e vincere il referendum è un'occasione straordinaria per il nostro Paese per lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile e democratico basato sulle fonti rinnovabili e sull'efficienza energetica