Roberto Cavallo sull’economia circolare: ancora meglio se a km 0
Al "Made in Italy Green" della Fondazione ISTUD, Roberto Cavallo parla dei due tipi di economia circolare possibili e invita l'Italia a sviluppare nuovi strumenti, come il compostaggio collettivo (o di quartiere) per il rifiuto organico
20 April, 2016
C'era
anche Roberto Cavallo (esperto di rifiuti, fondatore della Coop E.R.I.C.A. e ora collaboratore di "Scala Mercalli" su RAI3) al convegno “Made in Italy
Green, tra Conferenza sul clima e Finanziaria verde”, organizzato
dalla Fondazione ISTUD a Milano. Nel suo intervento "2016, l'anno dell'economia circolare e del riciclo", Cavallo ha voluto spiegare meglio il possibile doppio significato, di un concetto ora al centro di tanti dibattiti, inclusi quelli sulla nuova legislazione ambientale europea in materia.
“Quando
si parla di economia circolare o di circolarità – ha detto Cavallo
- bisogna sempre pensare che possono essercene 2 tipi: quella che
sarebbe perfetta, a km 0, ovvero la possibilità di dare nuova vita
agli scarti e ai rifiuti a breve distanza, e quella invece dei
rifiuti che possono fare anche centinaia di km di viaggio, per avere
una nuova vita”. Cavallo ha fatto l'esempio della carta riciclata,
settore dove l'Italia è all'avanguardia, esportando carta riciclata
anche a migliaia di km di distanza, in paesi come Taiwan e
Singapore. Se l'Italia può andare fiera della sua leadership nell'esportazione di certe materie prime seconde, “l'obbiettivo
è avere impianti di riciclo sempre più vicini alla fonte che genera i rifiuti”.
Cavallo ha fatto l'esempio delle città italiane che raccolgono
l'umido, ma non hanno impianti vicini, citando la Campania, dove si è costretti a trasportare il rifiuto organico raccolto al nord, ad impianti come la Montello di Bergamo, e ha
fatto un appello al Ministro Galletti: “L'Italia ha bisogno di nuovi impianti funzionali per il riciclo dei rifiuti, che siano vicini alla fonte di provenienza".
Sempre
in tema di rifiuto organico, Cavallo ha infine ricordato che una grande opportunità da sviluppare in Italia, quella del compostaggio collettivo (o di quartiere), ricordando come sia finalmente entrato nel quadro giuridico nazionale, con l'ultimo Collegato ambientale approvato dal Parlamento."C'è
ancora molto spazio per il compostaggio collettivo; in altri paesi
europei si fa da tempo perché il rifiuto umido può essere una
risorsa soprattutto se io posso utilizzarlo a km 0, con dei
compostaggi collettivi di quartiere, senza dovere fare centinaia di
chilometri per trasportare un rifiuto.”
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