28 aprile, giornata mondiale vittime dell’amianto
Al bando da 24 anni ma ancora diffusissimo nel nostro territorio, l’amianto continua a colpire. Censimento, Piani regionali amianto e bonifiche in forte ritardo. Legambiente: “Risanamento ambientale, bonifiche e corretto smaltimento dei materiali devono essere le priorità"
28 April, 2016
Il 28 aprile si celebra la giornata mondiale delle vittime dell’amianto, una ricorrenza necessaria per ricordare che ancora oggi in Italia muoiono 4mila persone ogni anno per tutte le malattie ad esso correlate, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben sei mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesiotelioma di Inail risalente al 2008). A 24 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme, sul nostro territorio: le stime (per difetto) di CNR-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto, il Ministero dell’Ambiente riporta oltre 44mila siti contenenti amianto di cui 2.236 bonificati e 41.350 ancora da bonificare. Stime purtroppo destinate a crescere vista l’incompleta documentazione inviata dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente: la Calabria addirittura non ha mai inviato il report annuale e altre cinque regioni (Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non hanno fornito i dati del 2014.
Il Piano Regionale Amianto (Legge 257/92) - secondo l'ultimo aggiornamento di Legambiente del marzo 2015 - manca ancora in sei regioni (Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna); solo dieci su venti hanno concluso il censimento e altrettante hanno realizzato la necessaria mappatura dell’amianto sul territorio.
“Il risanamento ambientale, la bonifica e il corretto smaltimento dei materiali contenenti amianto devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso con l’esposizione alla pericolosa fibra – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti -. Per questo però occorre un serio impegno da parte delle Regioni e di tutti gli enti locali e nazionali competenti. E’ urgente intervenire tanto sui grandi siti industriali quanto sugli edifici pubblici e privati; bisogna completare il censimento e gestire con attenzione i sistemi e gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei materiali contenenti amianto. E’ poi necessario predisporre adeguati strumenti per una corretta informazione sul problema amianto, su come comportarsi per eseguire interventi corretti e sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre dovuta al deterioramento delle strutture ma anche allo smaltimento illegale dei materiali”.
Lo smaltimento rimane l'altro anello debole della catena, essendo solo 24 gli impianti autorizzati (Marzo 2015) a ricevere materiali contenente amianto distribuiti in solo 11 Regioni (Sardegna, Piemonte, Toscana, Emilia, Lombardia e Basilicata, Abruzzo, Friuli, Liguria, Puglia e la Provincia autonoma di Bolzano) ma con volumetrie a disposizione sempre in constante calo.
Significativo ancora il quantitativo di rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia nel 2013, pari a 414mila tonnellate, di cui ben 254mila tonnellate esportati principalmente in Germania e poi in altri paesi esteri (Ispra 2015).
Con la legge di stabilità del 2015 sono state messe in campo risorse pari a 45 milioni all'anno, dal 2015 al 2017, per la bonifica dei siti industriali più critici, mentre con il collegato ambientale approvato a fine dello scorso anno sono previste ulteriori agevolazioni per la rimozione delle coperture in cemento amianto.
"Gli strumenti messi in campo sono sicuramente importanti ma ancora insufficienti – ha concluso Giorgio Zampetti –. Chiediamo quindi al Governo un impegno ancora maggiore sul tema dell'amianto su scala nazionale, per avviare da subito le bonifiche di tutti i siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici e dalle strutture ancora contaminate - a partire dai circa 400 siti individuati come prioritari tra cui scuole ed edifici pubblici - rendendo così operativo quanto previsto nel piano nazionale amianto presentato nel 2013 ma ancora fermo. Infine, rilanciamo ancora una volta l'importanza di riattivare il sistema degli incentivi per la sostituzione eternit/fotovoltaico: con uno stanziamento di 20 milioni di euro si potrebbe realizzare la bonifica di oltre 10 milioni di metri quadri di coperture in cemento amianto e avviare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.