Bike Pride Torino dopo il tragico incidente di piazza Castello: 'Area pedonale, per chi?'
"Ancora una volta, Bike Pride Fiab Torino ribadisce che le alternative per rendere Torino una città a misura di persona esistono e il tragico incidente di sabato deve spingere l’Amministrazione, attuale e futura, a un cambio di rotta"
10 May, 2016
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un tragico incidente che si sarebbe potuto evitare. E Bike Pride Fiab Torino vuole esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia della vittima. Ma anche questa volta non è costruttivo entrare nel merito, nelle cause e neanche limitarci alla “fatalità” come dichiarato oggi sui giornali. Perché di fatalità non si è trattato.
Gli errori e le distrazioni accadono, ma non è sensato che un mezzo pesante abbia il permesso di viaggiare in un sabato sera di maggio nella bella e principale piazza della città, con famiglie, bambini e giovani a passeggio.
E su questo come Bike Pride vorremmo, ancora una volta, attirare l’attenzione di chi amministra questa città, e di chi sarà chiamato a farlo dopo le elezioni, su quali dovrebbero essere le priorità quando si stabiliscono le regole, affinché tutti possano fruire al meglio degli spazi pubblici. L’art. 3, comma 1 punto 2 del Nuovo Codice della Strada (D.L. 30 aprile 1992 n. 285) definisce area pedonale: “zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con limitate o impedite capacita' motorie, nonché eventuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi.”
L’art. 7 comma 9 aggiunge: “I comuni, con deliberazione della giunta, provvedono a delimitare le aree pedonali e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull'ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio. […] I comuni possono subordinare l'ingresso o la circolazione dei veicoli a motore, all'interno delle zone a traffico limitato.”
Pertanto l’autorizzazione a circolare concessa al furgone che ha causato l'incidente di sabato, così come le autorizzazioni ai numerosi furgoni che ogni giorno transitano nelle aree pedonali e parcheggiano impuniti sulle piste ciclabili e in altre aree in cui è vietata la sosta, sono il risultato di una scelta deliberata, che ogni cittadino può verificare leggendo l’ordinanza n. 523 del 12/02/2004 (http://www.comune.torino.it/ordinanz/2004/200400523.html).
“In una città in cui ci sono stati 193 pedoni investiti in 128 giorni non si può liquidare tutto come “fatalità” - commenta Maria Cristina Caimotto, presidente di Bike Pride Fiab Torino - Perché non scegliere di permettere l’accesso alle aree pedonali solo a mezzi leggeri? Si può incentivare il trasporto con cargo bike, con mezzi elettrici leggeri e a pedalata assistita. Un’alternativa esiste, basta sceglierla, politicamente e coerentemente. Ne beneficeranno tutti, pedoni, ciclisti e commercianti. Le città europee che lo hanno scelto lo dimostrano già”.