13 maggio a Torino, una grande pausa caffè solidale per riflettere sui cambiamenti climatici
Venerdì 13 maggio a Torino una grande pausa caffè per puntare i riflettori sulle conseguenze del cambiamento climatico e il futuro della nostra bevanda preferita. Ad ogni cliente un kit per far crescere una pianta di malva da un bicchierino biodegradabile e compostabile in Mater-Bi
12 May, 2016
Gli eventi legati al cambiamento climatico sono in crescita e il caffè è una delle coltivazioni più colpite dall’aumento delle temperature e delle piogge, dalle inondazioni e dalla siccità. Venerdì 13 maggio Fairtrade Italia insieme a Punto Equo, ha organizzato a Torino una grande pausa caffè presso il bar Andirivieni, all’interno di Cascina Roccafranca in via Rubino 45, per puntare i riflettori sulle conseguenze del cambiamento climatico e il futuro della nostra bevanda preferita.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della “Grande Sfida” in cui l’organizzazione internazionale del commercio equo invita tutti gli appassionati del caffè a raggiungere insieme il record di 100 milioni di tazze di caffè certificato Fairtrade consumate nel week end dal 13 al 15 maggio per supportare i produttori nella loro lotta agli effetti del climate change.
Al bar Andirivieni, progetto della Cooperativa Sociale Raggio per l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti appartenenti a categorie svantaggiate, momenti di animazione e approfondimento coinvolgeranno i clienti in questa pausa caffè mondiale ed eccezionalmente per questa occasione un caffè Fairtrade costerà 0,60 centesimi anziché un euro.
Inoltre, un contatore di tazze indicherà il numero dei caffè Fairtrade bevuti, in competizione con altri tre bar di Roma, Milano e Napoli. Sul sito www.fairtradechallenge.org - in cui verranno registrate tutte le sfide in corso nei 23 Paesi partecipanti - al termine dei tre giorni, si scoprirà quale dei quattro locali avrà totalizzato il numero maggiore di tazze.
Un evento all’insegna della sostenibilità.
Ogni cliente che contribuirà alla sfida verrà premiato con un eco-gadget: un kit per far crescere una pianta di malva da un bicchierino biodegradabile e compostabile in Mater-Bi, la bioplastica brevettata da Novamont.
Inoltre, ai primi 100 clienti verrà regalata una barretta di cioccolata Fairtrade certificata biologica, vegan-ok e gluten-free prodotta da Otto Chocolates.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla produzione del caffè.
Il cambiamento climatico lo vediamo con i nostri occhi e non solo in Italia. Milioni di piccoli produttori, infatti, ne stanno già subendo le conseguenze e hanno bisogno di adattare le loro pratiche agricole alle nuove condizioni climatiche, altrimenti rischiano di perdere la loro principale fonte di sostentamento.
I coltivatori di caffè Fairtrade di tutta l’America Latina, ad esempio, sono stati pesantemente colpiti dal dilagare della ruggine bruna, la malattia che sta interessando più del 50% delle coltivazioni di caffè in America Centrale e circa il 30-40% in Sud America, e che è causata proprio dal surriscaldamento climatico e dall’aumento delle precipitazioni.
L’impatto di Fairtrade per i piccoli produttori di caffè
Sono più di 800.000 i coltivatori di caffè che fanno parte del sistema Fairtrade, presenti in 30 Paesi nel mondo. Il circuito del commercio equo li supporta rendendo loro possibile l’accesso alle conoscenze tecniche e ai fondi messi a disposizione per le attività di mitigazione e adattamento alle sfide del cambiamento climatico.
Il pagamento di un prezzo equo e stabile, in grado di coprire i costi medi di una produzione sostenibile, permette ai piccoli produttori di caffè di rafforzare la loro capacità produttiva e pianificare il loro futuro. Inoltre, il premio aggiuntivo Fairtrade - che nel 2014 è stato pari a 49 milioni di euro - consente di finanziare appositi programmi di formazione e miglioramenti tecnici e infrastrutturali.
Il Fairtrade Premium è stato utilizzato da alcuni agricoltori ad esempio per effettuare investimenti in efficienza produttiva, con tecnologie che aiutano ad affrontare l’erosione del suolo, la scarsità di acqua e l’incremento delle temperature. In altri casi, gli agricoltori hanno utilizzato il Premium per piantare alberi o contrastare l’aumento della temperatura, per costruire dighe che permettono di raccogliere l’acqua, per investire nel risparmio idrico.