IEA: ""Senza un cambiamento delle politiche energetiche l'inquinamento dell'aria ucciderà sempre più persone"
È la prima volta che l’Agenzia Internazionale per l'Energia, che normalmente si limita a statistiche sui consumi energetici ed emissioni di gas serra, si rivolge in maniera così esplicita alla politica, ma l'inquinamento atmosferico è ormai crisi globale
26 June, 2016
"L’inquinamento atmosferico uccide più di sei milioni di persone nel mondo ogni anno, ma i governi finora sono stati troppo lenti nel dare risposte adeguate. Bisogna che affrontino urgentemente la questione senza lasciarla al solo settore privato".
La richiesta arriva da un rapporto speciale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia. È la prima volta che l’IEA, che normalmente si limita a statistiche sui consumi energetici e le emissioni di gas serra da essi derivanti, si rivolge in maniera così esplicita alla politica, ma secondo i suoi esponenti l’inquinamento dell’aria non ha ancora ricevuto l’attenzione che merita. A livello sanitario si tratta della quarta più grande minaccia mondiale, dopo l'ipertensione arteriosa, la cattiva alimentazione e il fumo. E l’industria energetica ne è una delle cause principali.
Il rilascio in atmosfera di sostanze nocive come il particolato, gli ossidi di zolfo e gli ossidi di azoto, che causano gravi difficoltà respiratorie, malattie cardiovascolari, ictus e morti premature, è dovuto principalmente alla produzione e all'uso di energia non regolamentata o inefficiente.
Senza risposte adeguate decessi e patologie sono destinati ad aumentare vertiginosamente, dice il rapporto: si stima ed esempio che le morti premature annuali attribuibili all'inquinamento dell'aria arriveranno a 4,5 milioni nel 2040 dai circa 3 milioni attuali. Nonostante il calo delle emissioni globali previsto nei prossimi 24 anni in alcuni dei principali paesi del mondo, l’IEA sostiene che le politiche energetiche esistenti e quelle in programma non riusciranno a migliorare la qualità dell’aria.
Eppure secondo l’agenzia basterebbe uno sforzo tutto sommato contenuto: con un aumento di appena il 7% degli investimenti totali in energia, corrispondente a circa 4,7 miliardi di dollari, entro il 2040 si riuscirebbero a contenere le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico entro i 2,8 milioni.
Per usare al meglio queste risorse ogni paese dovrebbe darsi un obiettivo a lungo termine basato sull’uso di energie rinnovabili, sul miglioramento dell’efficienza energetica e sul controllo delle emissioni, come ad esempio nel settore agricolo, dove gli ossidi di azoto e l’ammoniaca, derivanti dai fertilizzanti, sono più potenti della co2 in termini blocco del calore nell'atmosfera, e possono combinarsi con altre emissioni per formare gas più nocivi.
"I dati dell’IEA parlano chiaro. I veri imputati sono carbone e petrolio e causano milioni di morti premature ogni anno - ha scritto il Wwf in una nota - Se da un lato la responsabilità del settore dell’energia sulla salute globale è enorme, dall’altro l’Agenzia segnala come il comparto potrebbe ridurre significativamente l’inquinamento applicando le politiche di riduzione delle emissioni, ponendosi degli obiettivi e monitorandone i risultati. A questo il Wwf aggiunge che il segnale più importante emerso dal rapporto è l’assoluta necessità di uscire dall’era fossile al più presto, entro i prossimi 20 anni, per transitare verso un sistema globale di produzione di energia basato sulle rinnovabili. Questo risponderebbe a quanto previsto dall’Accordo di Parigi sul Clima che punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi C.
Il carbone e il petrolio non saranno mai puliti. Anche se gli altri inquinanti “mortali” dovessero venir ridotti in modo significativo –e non siamo a questo punto, comunque- i combustibili fossili continuerebbero ad emettere CO2, il gas serra più pericoloso per il clima, quindi per la salute del Pianeta che ci ospita, per la nostra Casa Comune.