Global Waste Campaign, la campagna contro lo spreco alimentare di Huffington Post e Change.org
L'Huffington Post in cooperazione con Change.org lancia a livello mondiale la Global Waste Campaign, una campagna contro lo spreco alimentare che cercherà di sensibilizzare e proporre delle soluzioni
30 June, 2016
Huffington Post in collaborazione con Change.org lancia a livello mondiale la Global Waste Campaign per sensibilizzare sullo spreco alimentare e trovare nuove soluzioni per arginarlo. “Petizioni, proposte, buone notizie che anche l'HuffPost Italia seguirà e pubblicherà per coinvolgere un maggior numero di persone e aziende, con la speranza che le tonnellate di cibo buttato via siano ridotte fino a costituire un margine minimo”.
Nel belpaese lo spreco di cibo interessa ogni anno 5 milioni di tonnellate di prodotti. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi, a livello domestico nel belpaese si getta mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Per una famiglia italiana si tratta di una perdita di 1.693 euro l’anno. La colpa chiaramente non è solo dei consumatori, ma anche dell’industria, responsabile di una sovrapproduzione incontrollata che manda al macero tonnellate di alimenti ancora commestibili.
“La collaborazione tra cittadini e aziende è fondamentale – scrive Laura Eduati di Huffington Post - ma nel proprio piccolo tutti possono fare qualcosa per
ridurre l'1,3 miliardi di tonnellate di cibo che ogni anno gli abitanti della
Terra scartano senza motivo. Il nostro Paese non è all'anno zero. Associazioni
come Last Minute Market e il Banco Alimentare da tempo si fanno mediatrici con
le grandi catene di distribuzione a livello locale per impiegare il cibo
invenduto nelle mense per le persone bisognose. Ma siamo ancora lontani per
esempio da Copenaghen
dove nei mesi scorsi ha aperto il primo supermercato che vende cibo sprecato a
prezzi naturalmente più bassi.
La rivoluzione è soprattutto culturale. Chiedere al ristorante un contenitore
per portare a casa gli avanzi non dovrebbe suscitare vergogna, così come bisognerebbe
comperare soltanto il cibo che poi viene effettivamente consumato. E se nel
frigo rimangono per esempio delle verdure che non mangeremo, già esiste una app
che connette i vicini di casa per scambiarsi e donare il cibo in eccesso”.