No alle microplastiche nei cosmetici, c'è una proposta di legge
Togliere le microplastiche dai prodotti cosmetici che poi finiscono in mare: presto potrebbe essere una legge ad imporlo. La proposta, sottoscritta da 40 parlamentari, è stata illustrata a Napoli
30 June, 2016
L’uso di molti prodotti di bellezza sta alimentando il “mostro” della plastica, che sempre di più invade i nostri mari e si insinua, giorno dopo giorno, nella nostra catena alimentare. Per dare una risposta a questo difficilissimo problema e porre così un argine ai miliardi di microscopici frammenti di plastica che, sfuggendo a qualsiasi filtro, vengono ingeriti dagli organismi marini e finiscono direttamente nel piatto del consumatore, Marevivo ha illustrato, a Napoli, la proposta di legge numero 3852 a prima firma del presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.
La proposta, sottoscritta da oltre 40 deputati di diversi gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, prevede che dal 1° gennaio 2019 non sarà più consentito produrre e mettere in commercio prodotti cosmetici contenenti microplastiche.
Questa proposta di legge rappresenta uno snodo cruciale della campagna “Mare mostro”, nata per informare e sensibilizzare sull’impatto della plastica in mare, realizzata da Marevivo in collaborazione con Marina Militare eCoNISMa e partita a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci.
Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 diventeranno 400. Su questo scenario, si innesta uno studio presentato durante il “World Economic Forum”, che prevede che per il 2050 ci saranno più plastiche che pesci in mare. Secondo alcune ricerche, oltre il 10% di plastica prodotta viene gettato in mare, andando ad alimentare il “Mostro”.
Anche se a destare più clamore sono i rifiuti di maggiori dimensioni, in realtà i frammenti più piccoli e, apparentemente, insignificanti sono quelli più nocivi e pericolosi. Gli impianti di trattamento e depurazione delle acque non sono in grado di intrappolarli e quindi arrivano direttamente in mare, dove vengono scambiati per cibo da diverse specie.
E’ il caso dei cosmetici, in cui il contenuto in microplastiche supera, talvolta, in peso la plastica di tutto il tubetto o la boccetta in cui sono venduti. In certi cosmetici le microplastiche rappresentano dall’1 al 90% del peso del prodotto stesso: specialmente negli scrub, nei bagnoschiuma, nei dentifrici ma anche i rossetti, le maschere, i mascara, gli idratanti, lo spray per capelli, le creme lenitive, le schiume da barba.
In Europa nel 2013, solo per i prodotti di bellezza, sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di microplastiche, finite quasi tutte in mare e con possibili ripercussioni anche per la salute umana.
“Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”.
Oltre alla proposta di legge illustrata e che è oggetto anche di una petizione online che si può sottoscrivere suchange.org o su marevivo.it per accelerare i tempi di approvazione in Parlamento, la campagna “Mare mostro” si articola in seminari, incontri con gli studenti, dibattiti con amministratori e politici e prevede azioni di raccolta di plastica alle foci dei fiumi, come quella che avverrà il prossimo 4 luglio alla foce del Sarno, insieme a Castalia S.c.p.A. e in sinergia con la Capitaneria di Porto di Torre Annunziata e il Comune di Torre Annunziata.
A supportare l’intera campagna una mostra divulgativa dal titolo “Mare mostro: un mare di plastica?”, che si potrà visitare a bordo del veliero, nata sulla scorta dello studio realizzato dalla Blue Factory di Marevivo e composta da giovani ricercatori, coordinati dal professore dell’Università “La Sapienza” Giandomenico Ardizzone.
L’immagine del “Mare mostro” è stata ideata dall’agenzia Roncaglia e Wijkander. Testimonial del progetto è l’artista Maria Cristina Finucci, che ha ideato il “Garbage Patch State”, l’“immenso Stato delle Immondizie”, cioè una complessa installazione in diversi musei del mondo, metafora dello straripare della plastica e dei rifiuti in tutti i mari e gli oceani del pianeta.
L'Associazione intende portare avanti senza sosta, per i prossimi anni, la lotta contro questo Mostro e la posta in gioco è troppo alta: ne va della salute del Pianeta e quindi dell'uomo, con i suoi compagni di viaggio, tutte le creature del mare.