Milano, 180 kg di banane dal mercato Cambini all’hub di via Sammartini, che accoglie i profughi
Ecco cosa può succedere ai ragazzi di Recup, che collaborano con Quartieri Ricicloni, recuperando l'invenduto di cibo nei mercati di Milano e distribuendolo gratis in giornata
11 July, 2016
di Rebecca Zaccarini
La calura, l’asfalto, i prodotti che
si ammaccano. L’estate non è un bel momento per chi vende frutta e
verdura: molto spesso 1/3 di ciò che viene acquistato per essere
venduto si ammassa nelle cassette, fermentando e rischiando di
diventare marmellata. Per i volontari di Recup, che collaborano col progetto Quartieri Ricicloni di Eco dalle Città, è sempre una nuova
sfida: riusciranno a smistare una cassetta di pesche prima che il
sole le cuocia e le renda immangiabili? Detta così sembra un gioco
da ragazzi, ma quando di cassette di pesche ce ne sono quindici, più
altrettante di albicocche, banane, fichi, meloni… Bisogna essere
rapidi ed efficienti, per soddisfare chi poi ne beneficerà.
Ieri, 11 luglio,
una piacevole sorpresa attendeva il team Recup al mercato di via
Esterle/via Cambini, nella zona tra viale Palmanova e via Padova. Dopo essersi muniti di carriole agli Orti Condivisi di Via
Padova, con i quali collaborano, i volontari iniziano il solito giro
per chiedere l’invenduto ai commercianti. Moltissimi prodotti come
angurie, meloni, pomodori, carote vanno immediatamente a ruba e il
lavoro giunge ormai al termine. Un commerciante, però, si avvicina
al gruppo, proponendo di donare loro vari scatoloni di costumi da
bagno da donna, tovaglie e tovagliette, tende. I beneficiari di
Recup/QuartieriRicicloni, ossia i cittadini che ormani sanno che in alcuni mercati c'è un'organizzazione che si occupa di recuperare e distribuire gratis il cibo invenduto, vengono richiamati e si propone loro di sbizzarrirsi, quesat volta, addirittura nello
“shopping”. Al termine del mercato, fortunatamente, avanzeranno
solo due scatoloni di vestiario e tovaglie.
Mentre i volontari si avviano verso gli orti, per riportare indietro le carriole colme di scarti per il compost, un altro commerciante li ferma: vuole dare loro ben 180 kg di banane…E in che stato! Nessuna ammaccatura, nessun segno, tutte perfette. Ben 9 casse da 20 kg l’una, accompagnate da 4 casse da 8 kg l’una di fagiolini.
Silenzio tra i volontari: e adesso cosa si fa? “Carichiamo tutto e portiamolo agli orti”. Sembrerebbe la soluzione più rapida, anche perché l’Amsa sta iniziando a pulire l’area. Non tutto può essere utilizzato come compost, però. Soprattutto, non banane così buone. In frigorifero potrebbero durare ancora vari giorni!
Fortunatamente, proprio alcuni giorni fa, il gruppo Recup aveva conosciuto i responsabili del progetto Hub di Arca Onlus e di Casa Famiglia, realtà che si occupano di gestire il grande afflusso di immigrati che arrivano in Stazione Centrale nelle ultime settimane. Il progetto Casa Famiglia mette a disposizione alloggi per intere famiglie, che hanno ottenuto la cittadinanza e che pian piano vengono inserite nella realtà italiana. Il progetto Hub di Arca, invece, affronta l'emergenza più difficile, quella della prima accoglienza degli immigrati a Milano, che vengono poi mandati nelle varie città, dove si spera possano iniziare un nuovo percorso. All'Hub di via Sammartini, via adiacente alla Stazione Centrale, nello storico spazio che un tempo era il Rifugio di Fratel Ettore, ci si preoccupa di nutrirli, dare loro da mangiare, un alloggio, vestiti puliti.
Entrambe le associazioni sono
interessate a collaborare con Recup e proprio ieri c’è stata la
prima prova di questo futuro legame. E’ bastata una telefonata “Abbiamo 180 kg di banane e tanti costumi da bagno, stoffe, tovaglie”, per concretizzare ciò di cui si era fino ad ora discusso a voce. I volontari di Hub sono arrivati,
caricando tutto sulla macchina, per donarlo a chi ne ha bisogno.
Un’aria di sollievo si è distesa nel caldo pomeriggio: anche
questa volta è andato tutto bene.
*QuartieriRicicloni fa parte del progetto "Cittadinanza attiva contro lo spreco a Milano", realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo.
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