Si alza il fronte del no. Dopo l'opposizione della maggioranza Cinque Stelle in Consiglio Comunale a Torino, arriva anche quello di quattro comuni della cintura Ovest. I sindaci di Beinasco, Orbassano, Grugliasco e Rivoli non vogliono che l'inceneritore del Gerbido accolga i rifiuti provenienti dalla Sicilia, come ha promesso Sergio Chiamparino al collega siciliano Rosario Crocetta. Con una lettera indirizzata al presidente della Regione Piemonte, stesso mezzo usato da Chiamparino con il governatore siciliano, i primi cittadini Maurizio Piazza, Eugenio Gambetta, Roberto Montà e Franco Dessì, chiedono a Piazza Castello di "ritirare la disponibilità manifestata al Governo e alla Regione Sicilia e, in caso contrario, di adempiere all’iter amministrativo previsto dalla normativa vigente. In caso contrario, sarà nostra cura riservarci di valutare qualsivoglia atto da parte della Regione e di ricorrere in sede amministrativa, civile e penale a tutela degli interessi e della salute delle comunità che rappresentiamo". 

Nella missiva di protesta i quattro sindaci "denunciano come non siano pervenute comunicazioni ufficiali ai Comuni e come non sia stato avviato l’iter amministrativo che prevede il coinvolgimento degli organi dell’Associazione d’Ambito ai sensi dello Statuto della medesima. A ciò si aggiunge che leale collaborazione istituzionale a fronte di un’emergenza avrebbe suggerito di convocare un incontro urgente e eventualmente un’assemblea di ATO-R per illustrare il contenuto della richiesta, quantità e modalità e ricevere un preventivo assenso da parte degli enti preposti e dei comuni maggiormente interessati". Ato-r che ha smentito Chiamparino dicendo che non è arrivata all'ente alcuna richiesta formale dalla Regione Piemonte sulla necessità di accogliere al Gerbido rifiuti provenienti dalla Sicilia, diversamente da quanto dichiarato dal governatore. 

"Come ribadito più volte e anche attraverso sollecitazioni ufficiali - prosegue la lettera dei sindaci a Chiamparino - abbiamo richiesto alla Regione Piemonte di essere parte del Comitato Locale di Controllo non per quanto attiene gli aspetti attinenti la salute e i profili connessi al controllo dell’impianto, bensì per condividere una strategia sull’utilizzo del termovalorizzatore, incrementato dallo Sblocca Italia a livello di capacità ricettiva, per esclusivo fabbisogno del territorio piemontese. Abbiamo responsabilmente accettato la gestione dell’Emergenza Liguria con un impatto rilevante di rifiuti provenienti da un’altra Regione, considerandola un fatto eccezionale, ma appare chiaro che in realtà questo sta assumendo le caratteristiche di un modus operandi consolidato che tende a saturare l’impianto rispondendo a fabbisogni nazionali e non a riorientare politiche di gestione dei rifiuti piemontesi superando la presenza della discariche".

"Prendiamo atto - scrivono ancora i quattro sindaci dei Comuni più coinvolti dal termovalorizzatore - che la Regione invece di ridurre l’impatto ambientale sulla nostra zona, già gravata da Servizi Industriali e casello della tangenziale, su cui ci sono atti di indirizzo del Consiglio Regionale cui ad oggi non sono seguiti effetti, introduce ulteriori elementi di aggravamento con rifiuti di cui non conosciamo le caratteristiche se non quella di essere oggetto di scarsa differenziazione. Pertanto Le chiediamo con la presente di ritirare la disponibilità manifestata al Governo e alla Regione Sicilia e, in caso contrario, di adempiere all’iter amministrativo previsto dalla normativa vigente. In caso contrario, sarà nostra cura riservarci di valutare qualsivoglia atto da parte della Regione e di ricorrere in sede amministrativa, civile e penale a tutela degli interessi e della salute delle comunità che rappresentiamo".

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