Allarme Onu: “Nel 2050 sommersi da 33 miliardi di tonnellate di plastica”
Il progetto Marine Litter Vital Graphics, prodotto dall'Unep e Grid Arendal, mette in evidenza il motivo per il quale bisogna agire subito se vogliamo evitare di vivere in un mare di plastica entro la metà del secolo
02 August, 2016
Pubblicata in questi giorni dall'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per la difesa dell'Ambiente, il report con relativa infografica sul ciclo e la vita del marine litter, ossia i rifiuti solidi in mare.
Il
progetto denominato Marine
Litter Vital Graphics, mette in evidenza
il motivo per il quale bisogna agire
subito se vogliamo evitare di vivere in
un mare di plastica
entro la metà del secolo. Anche se a breve termine, esistono
misure che mitigano il problema ma la
soluzione all'inquinamento da plastica,
dicono dall'Unep, bisogna affrontarlo “alla
fonte”. “C'è
la necessità di guardare a come si produce e usa la plastica”
dice Grid
Arendal co-produttore del report.
La
popolazione mondiale nel 1950 era costituita
da 2,5 miliardi
di persone, e la produzione complessiva di
plastica si aggirava attorno
ai 1,5 milioni di
tonnellate. Oggi ci sono più di 7
miliardi di persone nel mondo e la
produzione di plastica supera i 300
milioni di tonnellate all'anno. Marine
Litter Vital Graphics riporta
non solo la tendenza dei vari Paesi al consumo e alla produzione di
plastica, analizzando le modalità con la
quale i rifiuti finisco in mare, ma lancia
l'allarme
per il 2050, quando nel
modo verranno prodotti
33 miliardi di tonnellate di plastica.
Cosa possiamo fare?
Per
affrontare adeguatamente il problema, c'è
bisogno di azioni di governo "a monte" che possono
contribuire a ridurre la quantità di plastica che viene
a contatto con l'ambiente. Il riciclaggio
è un sicuramente un esempio,
ma cattura solo
una piccola parte di rifiuti in
plastica. Altre misure includono disincentivi
finanziari per la produzione e l'uso di
materiali plastici. Vi è una “necessità imperativa di invertire
questa tendenza per evitare ulteriori danni”.
A questo link è possibile scaricare il report
A questo link è possibile scaricare l'infografica