Andrea Segrè: cittadini acchiappa-spazzatura o l’emergenza rifiuti di Roma sarà infinita
Recuperiamo l'intervento del professore anti-spreco Andrea Segrè di metà agosto, nel pieno della querelle sulla spazzatura romana - da REPUBBLICA.IT del 15.08.2016
30 August, 2016
Sottrarre il business dei rifiuti ai gettoni e alle consulenze d'oro nelle multiutility. Obbligare alla raccolta differenziata, tanto più con urgenza a Roma. E creare i waste-busters, cittadini acchiappa-rifiuti per tenere puliti marciapiedi e spiagge. "Perché prima di tutto è una battaglia di civiltà".
Andrea Segrè, professore anti-spreco, presidente del Comitato tecnico scientifico del Piano nazionale prevenzione rifiuti, qualche ricetta, nel pieno della querelle sulla spazzatura romana, ce l'ha. A partire dall'ultima relazione trasmessa al ministro dell'Ambiente il 30 giugno.
A quali conclusioni arriva il rapporto?
"Nel nostro Paese non si fa abbastanza prevenzione, il piano nazionale è fermo al palo. Questo è il problema. Il miglior rifiuto è quello che non si produce. E' urgente fare prevenzione, e non solo perché ce lo impone la direttiva europea del 2008. Farlo significa anche fare educazione civica e ambientale e in questo quadro si inserisce la mia proposta ai sindaci: i wastebusters".
Cittadini-spazzini che puliscono laddove sporcano?
"L'idea mi è venuta leggendo quanto ha fatto il sindaco di Bari: rovistare nei rifiuti e scoprire chi li aveva prodotti per poi multarlo. Un'azione forte. Però è più efficace un'azione di pulizia, più che di polizia. Lo stesso Decaro ha raccolto la mia iniziativa, anche l'Anci lo ha fatto, spero si diffonda".
Lei lo chiama il riscatto che passa dal "rifiuto del rifiuto".
"Immagino sindaci che ogni due settimane o una volta al mese affidano la pulizia di una zona a un gruppo di cittadini. Bastano guanti e sacchi. Diventiamo tutti waste-buster, raccogliamo ciò che buttiamo. Ci educherà anche all'acquisto di prodotti eco-sostenibili. Esistono già iniziative simili, ma sporadiche. Serve un'azione di sistema. Non c'è nessuno spazzino che potrà mai passare a raccogliere la cicca che gettiamo in spiaggia o la lattina che buttiamo in un sentiero in montagna. Guardate come sono ridotti i marciapiedi, i binari nelle stazioni: senza un'azione civica collettiva il problema non si risolve".
Non servirà però a uscire dall'emergenza di Roma. O no?
"Per Roma e altre città, ma Roma in particolare, il problema non è se costruire o meno un nuovo inceneritore (che in effetti manca). Mi sottraggo a questo dibattito, perché si può intervenire a monte. Il fatto è che non si distingue bene fra raccolta indifferenziata e raccolta differenziata e riciclo. È qui credo il vero problema di Roma".
Cosa suggerisce alla sindaca Raggi?
"Molti dei rifiuti che vengono lasciati come indifferenziati potrebbero essere - con più attenzione da parte dei cittadini che dovrebbero essere meglio informati - facilmente differenziati e riciclati. La raccolta differenziata è un obbligo, mi pare. La prima cosa che dovrebbe fare la Raggi, oltre a diventare un sindaco wastebuster, è obbligare i cittadini che l'hanno eletta a rispettare le regole".
Nel frattempo nessuno vuole i rifiuti di Roma, nemmeno i grillini emiliani.
"Visto che l'uscita dall'emergenza non sarà immediata, un po' di solidarietà regionale, ovvero spedire i rifiuti altrove, non guasterà".
La raccolta dei rifiuti è anche corruzione e malaffare.
"Dove c'è raccolta ci sono soldi, perché raccogliere costa. Lo smaltimento si paga, i rifiuti puzzano, mentre "pecunia non olet". Questo è uno dei problemi: i rifiuti puzzano ma i soldi che si ricavano no. Da qui stipendi, gettoni e consulenze assai munifiche. Da qui anche, ma è altra storia, il collegamento con la cosiddetta eco-mafia per lo smaltimento illegale, soprattutto di rifiuti pericolosi. Tutto questo va contrastato".