Panino libero o mensa? A Torino meglio tornare a cucinare nelle scuole
L'intervento di Paolo Hutter su Repubblica.it
16 September, 2016
di Paolo Hutter
Apparentemente quello che si sta svolgendo è un braccio di ferro sulle condizioni organizzative e le responsabilità dell'igiene alimentare in una nuova situazione con famiglie che mandano lo scolaro col panino o il pasto preparato da casa. Ma sappiamo benissimo che non è così, e in particolare lo sanno gli attori più coinvolti, il sistema scolastico, i comuni, le aziende della ristorazione. Le questioni dell'igiene e/o della cosiddetta libertà di panino sono solo le armi con cui si combatte lo scontro che riguarda la qualità, il costo, l'universalità del servizio di mensa scolastica.
Anche tra i genitori che hanno fatto cause e ricorsi per la liberalizzazione c'è la consapevolezza del rischio che si corre: se a ritirarsi dalla mensa saranno in molti il servizio rischia fortemente di peggiorare, di ridursi. E i bambini saranno divisi tra quelli che si possono permettere un pasto migliore di quello dela mensa, quelli che non si possono permettere neanche la mensa, e quelli della mensa. Molti hanno fatto cause e ricorsi perché l'hanno visto come unico strumento di lotta per avere una mensa migliore e/o meno costosa.Non per mettere in crisi la refezione scolastica.
Discutendo e interrogando vari soggetti esperti - da Slow Food alla studiosa italiana Roberta Sonnino incaricata di ricostruire la refezione scolastica in Scozia - emerge una sola possibile soluzione strategica. Tornare a cucinare nelle scuole, plesso per plesso o almeno per plessi vicini, è una condizione necessaria per migliorare la qualità e per fare una vera educazione alimentare, ambientale, persino agricola se si fa anche all'orto scolastico. E' già un miracolo che grandi cucine centralizzate riescano a fare decine di migliaia di pasti più o meno decenti e a distribuirli ogni giorno. Ma quella è la refezione fordista. Tutta la cultura e la pratica più recente vanno nella direzione opposta, vanno nel senso del chilometro zero, della qualità, del decentramento, della creatività. Può sembrare puramente romantico e poetico invocare la cucina di istituto in questi tempi di economia tirata, e quando ormai non ci sono più ( se c'erano) apparati per cucinare nelle scuole. Ma stiamo invece parlando di qualcosa di molto vicino. Nelle scuole materne ci sono le cucine interne, le aziende appaltatrici distribuiscono le derrate e gestiscono il personale.
La qualità del cibo è migliore. In decine di città italiane ci sono ancora cucine in molti istituti scolastici dell'obbligo. Secondo gli stessi responsabili del Camst, nelle condizioni
Ci sono un po' di mesi per elaborare il capitolato della nuova gara d'appalto delle mense scolastiche torinesi:Alla vigilia del Salone del Gusto la riflessione si impone, e Torino e l'Italia dovrebbero volare alto sul cibo a scuola.