Più di 33mila persone muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento atmosferico
I dati provengono dal progetto Life+Med Hiss (del quale Arpa Piemonte è il coordinatore), un progetto pilota che ha stimato gli effetti a lungo termine sulla salute causati dall'inquinamento atmosferico in quattro paesi del Mediterraneo
16 September, 2016
Si è conclusa il 14 settembre, la due giorni torinese dedicata al progetto Life+Med Hiss (del quale Arpa Piemonte è il coordinatore), un progetto pilota che ha stimato gli effetti a lungo termine sulla salute causati dall'inquinamento atmosferico in quattro paesi del Mediterraneo (Francia, Italia, Slovenia e Spagna), attraverso la messa a punto di un sistema di sorveglianza epidemiologica a basso costo.
Che l'inquinamento atmosferico, nel breve termine, comporti il sorgere di malattie (anche mortali come il cancro) come ampiamente dimostrato dall'Organizzazione mondiale della sanità e che interessano prevalentemente l'apparato respiratorio, è cosa nota da tanto tempo. Ma dei suoi effetti a lungo termine si sa relativamente poco. Studi in questo senso esistono ma si concentrano su poche grandi città “o su sottogruppi specifici di popolazione”. Ecco dov'è la novità del progetto Life+Med Hiss, perché non solo ha analizzato il fenomeno in quattro nazioni e nelle città, ma anche nelle aree rurali, mettendo a punto “un sistema di sorveglianza per monitorare gli effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico nel corso del tempo, applicabile a tutta la popolazione europea”.
Durante la sintesi del progetto illustrata da Ennio Cadum (Dirigente responsabile di Epidemiologia e salute ambientale dell'Arpa Piemonte), i dati presentati hanno messo in evidenza quanto i danni a lungo termine dell'inquinamento dell'aria incidano significamene sulla nostra aspettativa di vita.
Solo per citare i dati riguardanti l'Italia i decessi attribuiti al PM 2,5 nel 2010 sono stati 33.533, un numero che pesa nell'ordine del 7% sul totale dei deceduti. Di questi 20.221 al Nord, 6.344 al Centro e al Sud 6.968. Dove nelle aree urbane i decessi sono stati 18.977, mentre quelli nelle zone rurali sono stati 14.556.
Per quanto riguarda la riduzione della speranza di vita, dovuta alla concentrazione di PM 2,5 nel 2010, i dati relativi alla media italiana parlano di 9,2 mesi di vita persi dagli italiani. Peggio va ai cittadini del Nord la cui speranza di vita diminuisce di 11,6 mesi, al Centro di 8 mesi, mentre al Sud di soli (si fa per dire, nda) 5,3 mesi. Per chi vive nelle aree urbane l'aspettativa di vita si riduce di 12,6 mesi, invece per chi vive nelle aree rurali la riduzione è di 9 mesi.
C'è differenza anche tra gli uomini e le donne, infatti sono le donne che subiscono maggiormente l'inquinamento atmosferico, infatti la loro aspettativa di vita si abbassa di 10 mesi, mentre quella degli uomini di 8,5 mesi.
In dati si fanno più interessanti (e forse più preoccupanti) se l'analisi si sposta dal nazionale al regionale, e ancor di più sulla città di Torino. Questo è il caso del Piemonte dove l'aspettativa di cala di 9,6 mesi. Le province con un valore superiore o uguale alla media regionale sono Novara (13,2 mesi), Asti (12,2 mesi) e Vercelli (9,6 mesi). Il discorso si complica se si analizzano i dati di Torino. Infatti se in provincia (l'attuale Città metropolitana) l'aspettativa di vita si riduce di 9,2 mesi a Torino città il dato sale incredibilmente a 24,7 mesi.
Alla conferenza hanno anche partecipato referenti di altri progetti Life+ per presentare la rete Knowledge Transfer and Exchange – Kte. Erano presenti Franco Lucarelli dell'Università di Firenze per il progetto AIRUSE (cliccando qui una breve intervista sull'inquinamento da biomasse e diesel) , Umberto Gelatti dell'Università di Brescia per il progetto MAPEC e Liliana Cori dell'Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa per il progetto Gioconda.