Hutter: ‘Stiamo facendo qualcosa di nuovo’: il lavoro delle Sentinelle dei rifiuti a Terra Madre Salone del Gusto
Il direttore di Eco dalle Città, Paolo Hutter, racconta il lavoro delle Sentinelle dei rifiuti a Terra Madre Salone del Gusto: “Ci stiamo appellando ad una coscienza civica di carattere generale per un processo industriale e collettivo. È una cosa che non è mai esistita in passato”
22 September, 2016
Qual è il compito delle Sentinelle dei Rifiuti al Salone del Gusto? Le Sentinelle sono impegnate soprattutto sul fronte degli espositori. In specifico, si occupano di far rispettare gli impegni ecologici che gli espositori hanno preso venendo a Slow Food. Nel contratto è infatti previsto l’impegno di organizzare i rifiuti nei loro stand e nelle loro cucine, laddove presenti, in modo che siano separati e che vengano conferiti ai camioncini dell’Amiat oppure alle isole ecologiche in modo effettivamente differenziato. In parallelo, altro compito molto importante, per il quale abbiamo una sponsorizzazione di Mater-Bi, è che gli espositori usino esclusivamente materiale compostabile quando si tratta di prodotti monouso usa e getta (e non plastica tradizionale). Lo stesso criterio vale per i sacchetti. Questo sta effettivamente avvenendo? È difficile dire in che misura sta avvenendo perché, come del resto avevamo previsto, si tratta di processi giganteschi. Siamo di fronte a centinaia e centinaia di espositori. Parliamo di decine di migliaia di persone e tipi di consumo molto diversi. Detto ciò, possiamo dire che la compostabilità è molto alta. Forse il primo giorno già superavamo l’80% di materiale compostabile e abbiamo aggiustato molte situazioni dove il materiale compostabile non c’era, facendo in modo che attraverso EcoTecnologie, o in altri modi, gli espositori si procurassero i materiali compostabili. Ci sono solo poche, motivate, eccezioni. Le bottiglie di plastica, perché è giusto che siano così (data la loro elevata riciclabilità), e alcune vaschette di alluminio che sono state fornite in giro. Per il resto, ci sembra che sia quasi tutto compostabile, al punto, che abbiamo addirittura un problema di altro genere: la gente non è abituata al compostabile e si trova in mano un bicchiere che sembra di plastica. Ma non capisce che invece è compostabile e le persone tendono a buttarlo nella plastica quando, invece, va buttato nell’organico. Per questo, servono le altre “sentinelle”: i volontari di Legambiente che stanno davanti le isole ecologiche. La strategia messa in campo può essere perfezionata ulteriormente? Certo che non siamo alla perfezione. Non siamo al 100%. Ci sono un sacco di problemi e ce ne saranno domani e dopodomani (sabato e domenica), quando ci sarà maggior afflusso di visitatori. Però, come ho detto nel discorso di apertura alle nostre 35 Sentinelle dei rifiuti, noi dobbiamo vivere come un progresso quello che stiamo facendo. Tutte le fiere di tipo gastronomico, o che hanno una parte dedicata al cibo, hanno una produzione altissima di rifiuti indifferenziati. Non dobbiamo avere complessi di inferiorità. Non credo, ad esempio, che l’Oktoberfest di Monaco di Baviera abbia il record della raccolta differenziata. Nei grandi eventi dove si mangia e si beve, e soprattutto all’aperto, dove la gente passa senza avere lo stesso atteggiamento rigoroso che mantiene a casa o al lavoro, c’è molto spreco. Nel caso degli espositori, inoltre, non c’è un vantaggio evidente e immediato, individuale o aziendale, a raccogliere in modo differenziato i rifiuti. È impossibile fare la tariffa puntuale dello stand. Noi stiamo facendo qualcosa di nuovo. Ci stiamo appellando ad una consapevolezza e ad una coscienza civica di carattere generale, per un processo industriale e collettivo. È una cosa che non è mai esistita in passato.