Rifiuti Zero Piemonte, presentate in Commissione Ambiente le osservazioni sulla nuova legge regionale sui rifiuti
L'associazione ha presentato ufficialmente le proprie osservazioni "nell’ ottica di interloquire con le amministrazioni piemontesi coerentemente con gli scopi sociali, i campi specifici dell’ attività dell’ associazione e i principi statutari di Rifiuti Zero Piemonte"
25 September, 2016
Rifiuti Zero Piemonte è stata ascoltata dalla V Commissione Consiliare della Regione Piemonte, relativamente alle consultazioni riguardanti il provvedimento DDL217 “Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”. L'associazione fa sapere di aver presentato ufficialmente le proprie osservazioni "nell’ ottica di interloquire con le amministrazioni piemontesi coerentemente con gli scopi sociali, i campi specifici dell’ attività dell’ associazione e i principi statutari di Rifiuti Zero Piemonte".
Ecco una sintesi di quanto emerso, mentre per il documento completo di tutte le osservazioni presentate cliccare qui.
"L’associazione Rifiuti Zero Piemonte apprezza la volontà del Consiglio Regionale di far propria la strategia dell’economia circolare, espressa all’art.2 c.4 . In coerenza a questa volontà, il disegno di legge 217 potrebbe essere usato come leva economica per stimolare le piccole e medie imprese operanti nel nostro territorio. L’innovazione strategica che potrebbe essere apportata dall’introduzione di principi di economia circolare, garantirebbe altresì lo sviluppo delle filiere di recupero e di ri-utilizzo delle materie prime seconde, superando il piano di gestione dei rifiuti regionale approvato nel 2015, nato con obiettivi degni del millennio scorso.
Il ddl 217, in continuità con quanto approvato nel PRGR 2015, incentiva un monopolio gestionale basato sull’incenerimento dei rifiuti. Crea inoltre un pericoloso conflitto di interessi, permettendo che raccolta e smaltimento siano svolte dallo stesso operatore o suo controllato. Alcuni di questi appaltatori sono multiutility S.p.A, che per statuto sono votate a generare utili per gli azionisti (seppur istituzionali), piuttosto che generare benessere per i cittadini. Auspichiamo, come per l’acqua pubblica, una gestione virtuosa che potrebbe passare dalla trasformazione delle S.p.A. in aziende di diritto pubblico, come permesso dalla legge.
Rileviamo che da questo disegno di legge scompaiono le prerogative gestionali esclusive dei comuni. Vengono così accentrate in enti di secondo livello, assolutamente scollegati dalle realtà territoriali, lasciando a Sindaci e Consigli Comunali eletti il solo compito esattoriale conseguente a scelte avvenute altrove. Il disegno di legge regionale 217/2016 è stato redatto nell’esercizio della potestà legislativa regionale di attuazione di norme di legge dello Stato poste in essere, queste ultime, nell’ambito della potestà legislativa esclusiva spettante al legislatore statale in materia di tutela dell’ambiente, di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio
nazionale e di funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lett. s), m) e p) della Costituzione.
Il comma 27 lett.f) dell’art. 14 del D.L. 78/ 2010 convertito con modificazioni dalla L. 122/2010 annovera tra le funzioni fondamentali dei comuni :” l’organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi”. L’associazione Rifiuti Zero Piemonte rileva come gli artt. 8,9 e 10 del disegno di legge regionale in oggetto operino una riorganizzazione della gestione dei rifiuti in contrasto con il disposto della legge statale richiamata e, trattandosi di materia di legislazione esclusiva, anche con le norme costituzionali summenzionate in quanto attribuisce l’organizzazione e la gestione dei rifiuti agli enti di area vasta, riservando alle assemblee dei Comuni un ruolo meramente consultivo, inibendo a questi ultimi l’esercizio di una loro funzione fondamentale, in un quadro nel quale appare loro sottratta persino la titolarità stessa assegnata dalla legge statale.
Se si considera poi che la giurisprudenza amministrativa ha sottolineato l’importanza che le forme associative attraverso le quali obbligatoriamente i Comuni esercitano le loro funzioni fondamentali estrinsechino il loro vincolo funzionale in concrete prerogative e poteri attribuiti agli enti che le costituiscono, garantendo a tali enti la reale capacità di incidere sulla loro attività, emerge la gravità del vulnus che l’assetto proposto dal legislatore regionale piemontese infligge alle funzioni dei Comuni.
Sotto il profilo più squisitamente politico si lamenta il fatto che tale trasferimento di competenze in materia di gestione dei rifiuti dai Comuni a Città metropolitana, Province e Regione si risolva nel sottrarre ai territori ed ai cittadini la possibilità di incidere, con la scelta elettorale, su politiche che su di essi ricadono in quanto utenti, come tariffa, in quanto contribuenti, poiché attingono in parte alla fiscalità generale, ed in quanto consumatori, giacché ad esempio il contributo per gli imballaggi pagato dalle aziende ricade sul prezzo finale
del prodotto.
Il Tributo per smaltimento in discarica previsto all’art.13 penalizza gli ambiti che conferiscono in discarica indipendentemente dalla reale produzione di rifiuti per abitante (kg/ab anno). Quest’ultimo è indicatore del reale impegno e degli investimenti effettuati per diminuire la produzione di rifiuti che nella gerarchia europea viene ben prima del recupero energetico! Il tributo previsto premia quindi gli ambiti che conferiscono ad inceneritori e cementifici le cui scorie e scarichi inquinano atmosfera e lo stesso cemento.
Pertanto si propone esclusivamente l’applicazione di un tributo proporzionale al mancato rispetto degli obiettivi stabiliti all’art.2 c.2 o in alternativa l’estensione a tutti i tipi di smaltimento. Controlli e verifiche avvengono a consuntivo annuale stante l’eliminazione degli osservatori provinciali e altri sistemi di controllo intermedi ed immediati impedendo così efficaci interventi nel breve periodo. L’istituzionalizzazione della figura di “ispettore” giuridicamente autorizzato al controllo del conferimento per il personale addetto alla raccolta domiciliare permetterebbe di reprimere sul nascere i conferimenti scorretti o errati.
Le risorse finanziare per attuare il percorso virtuoso di prevenzione e riduzione dei rifiuti paradossalmente e approssimativamente provengono principalmente della presunzione della mancata applicazione del presente disegno di legge e delle sue prerogative di prevenzione e riduzione in quanto attinge da: tributi per conferimenti in discarica, sanzioni pecuniarie alle pubbliche amministrazioni per mancato rispetto obbiettivi sanzioni pecuniarie alle imprese contributo per il trattamento di rifiuti di provenienza extra regionale. Riteniamo indispensabile l’estensione un piano finanziario che preveda fonti certe per garantire gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti".