“Una bellissima esperienza ma si poteva fare di più”: il bilancio delle 'Sentinelle dei Rifiuti' al Salone del Gusto
Una sipersintesi, a caldo, di cosa è emerso dall'assemblea delle Sentinelle a chiusura di Terra Madre Salone del Gusto che, per la prima volta, ha invaso letteralmente la città di Torino per cinque giorni
26 September, 2016
di Paolo Hutter e Albana Muco
Abbiamo concluso con
una piccola assemblea questi cinque giorni di lavoro come Sentinelle
dei Rifiuti. Ciascuno ha parlato e esposto le sue impressioni.
Quella che segue è una supersintesi, in quanto tale non rispecchia magari le opinioni di ciascuno ma quello che viene fuori dal coro. Non eravamo mai stati in 30 né mai eravamo stati in un evento così grande. Nella maggior parte dei casi si è trattato della prima esperienza di lavoro come Sentinelle. Si sottolinea di lavoro perché comunque riceveremo un compenso e qualcuno ha anche detto che questo elemento - la retribuzione - ha reso l'intervento delle Sentinelle più omogeneo e costante rispetto a quello dei Volontari di Legambiente.
Tutti si sono dichiarati molto soddisfatti dell'esperienza fatta, in primis per la quantità e anche spesso qualità dei "contatti umani" avuti nel gruppo, fuori dal gruppo, con gli espositori e con la gente. Anche chi si è dichiarato un po' perplesso sull'insieme della manifestazione Salone del Gusto (considerandola troppo commerciale) ha vissuto positivamente l'esperienza. Noi Sentinelle ci siamo appassionate tutte alla causa di rendere compostabile e riciclabile l'evento (i materiali utilizzati, avanzati e scartati, insomma i cosiddetti rifiuti). Proprio per questo motivo avremmo voluto che la comunicazione di questo aspetto fosse più forte e sistematica.
C'è chi ritiene che bisognava comunicarlo di più ai visitatori, agli espositori, tramite cartelli, posizionamenti più evidenti delle isole ecologiche, avvisi orali o volantini agli ingressi del Valentino (in centro non c'erano ingressi). Sia gli espositori che il pubblico apparivano per lo più impreparati o disinformati. Molto articolata e differenziata la predisposizione da parte degli espositori. Comunque, quando venivano spiegate alcune informazioni pratiche sulla raccolta differenziata, sia agli espositori che i visitatori, appariva chiara la disponibilità a recepire e a comportarsi di conseguenza. Addirittura c'è chi ha visto gente visibilmente contenta e sollevata quando venivano a conoscenza che tutti i bicchieri e le stoviglie di questo Salone erano compostabili e potevano essere conferite nell'organico.
Soprattutto creava
sollievo e sorrisi sapere di poter conferire tutti insieme i resti di
quanto mangiato, dai bicchieri (che pure sembrano di plastica, ma in realtà biocompostabili) alle stoviglie, dai resti di cibo ai
tovaglioli. (Ndr: sembra che l'organico complessivamente non
sia stato tantissimo, anche se probabilmente ha superato, come doveva
la quantità di indifferenziato raccolta. Poco per fortuna il cibo
buttato.) Resta il problema di un po' di difficoltà a fare la
differenziata per gli espositori. Un esempio sono stati i cuochi che, durante la preparazione delle pietanze e contemporaneamente presi d'assalto dai visitatori, non riuscivano a ottimizzare la raccolta dei rifiuti finendo per conferire tutto nell'indifferenziata. Ma la strada è quella
giusta, quella di superare il misto non recuperabile.