Novamont leader mondiale con il primo impianto di produzione industriale di biobutandiolo
L'impianto di Bottrighe (RO), nato dalla riconversione di un sito abbandonato, produrrà butandiolo "bio", ottenuto dalla fermentazione di materie prime rinnovabili. Una partnership con la californiana Genomatica, leader nella bioingegneria
28 September, 2016
Con un investimento di oltre 100 milioni di euro, lo stabilimento Mater-Biotech di Bottrighe (RO), che s'inaugura ufficialmente oggi, venerdì 30 settembre, è il primo impianto al mondo di produzione industriale di biobutandiolo (BDO). Si produrranno 30.000
tonnellate/anno di BDO a basso impatto ambientale, con un risparmio di oltre il 50%, come emissioni di CO2, rispetto alle produzioni da fonti fossili di butandiolo.
Il butandiolo (1,4 BDO) è un composto chimico derivato dal butano, molto usato sia come
solvente, che per la produzione di plastiche, fibre elastiche e
poliuretani, che vale un mercato mondiale di 1,5 milioni di tonnellate, per circa
3,5 miliardi di euro all'anno, e che si stima nel 2020 raggiungerà 2,7
milioni di tonnellate, con un valore di oltre 6,5 miliardi di euro.
Lo
stabilimento Mater-Biotech di Novamont a Bottrighe, in provincia di
Rovigo, in cui verrà prodotto il biobutandiolo su scala industriale, si inaugura ufficialmente venerdì 30 settembre. Novamont, partendo da una tecnologia sviluppata da Genomatica - società
californiana leader nel settore della bioingegneria - ha messo a punto
una piattaforma biotecnologica che partendo da zuccheri, attraverso
l'azione di batteri di tipo escherichia-coli (e.coli), opportunamente
ingegnerizzati, li trasforma in biobutandiolo. Ad accrescere il profilo
della sostenibilità ambientale del biobutandiolo di Novamont c'è anche
l'efficienza energetica dell'impianto di Bottrighe,
concepito per riutilizzare i sottoprodotti della lavorazione per il
fabbisogno energetico dell'impianto stesso, ottimizzando così il ciclo
di vita dell'intero processo.
Nella conferenza stampa tenutasi giovedì 29 a Padova, Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, ha spiegato la portata mondiale di questa innovazione, nell'ambito del
progetto Novamont di bioraffineria integrata, che va oltre la disponibilità
di nuove tecnologie, di prodotti bio-based e del contributo che essi
sono in grado di dare all'esigenza di "decarbonizzare" il pianeta. "Lo stabilimento Mater-Biotech è un tassello di un sistema di impianti primi al mondo e interconnessi al quale dobbiamo guardare come un formidabile acceleratore, ossia un punto di moltiplicazione di opportunità della filiera delle bioplastiche e dei chemical, per chi produce materie prime, per chi fa prodotti finiti, per nuove idee imprenditoriali, per la creazione di posti di lavoro, per chi si preoccupa di progettare un futuro di maggiore sostenibilità ambientale e sociale".
Il nuovo impianto Novamont, infatti, aggiunge un elemento fondamentale al modello di bioeconomia: la rigenerazione territoriale, che riparte da siti deindustrializzati o in grave crisi, rigenerandoli come vere e proprie "infrastrutture di bioeconomia". A oggi sono 6 i siti che Novamont ha rivitalizzato e 4 le tecnologie prime al mondo realizzate e moltiplicabili secondo il modello di bioraffineria integrata nel territorio, in cui vengono messi a punto tecnologie e prodotti in grado di dare soluzioni concrete a problemi di ampia portata come, ad esempio quello della valorizzazione del rifiuto organico.
"Mater-Biotech, insieme ai centri di ricerca Novamont di Piana di Monte Verna e di Novara, costituisce una formidabile piattaforma per le biotecnologie industriali, dalla ricerca di base agli impianti flagship - ha aggiunto Catia Bastioli - un'occasione per creare un vantaggio competitivo in collaborazione con altre realtà del settore accademico e industriale".
Lo stabilimento di Bottrighe, a regime, darà lavoro a circa settanta persone e a 180-200 nell'indotto.
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