Clima: il Parlamento europeo ha ratificato l’accordo di Parigi
I commenti di Legambiente, Kyoto Club, WWF e Anev
03 October, 2016
Con 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astenuti, il Parlamento europeo ha ratificato l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Ecco di Legambiente e Kyoto Club Legambiente: “Bene l’Europa, l’Italia perde occasione. In vista della COP22 di novembre a Marrakech, il Governo ratifichi al più presto l’Accordo di Parigi e definisca una politica energetica low carbon”
“Finalmente, seppur in ritardo, il Parlamento Europeo ha ratificato oggi l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Stessa cosa non si può dire per l’Italia, che di certo ha perso una grande occasione per dimostrare un ruolo di leadership nell’azione climatica dato che non ha ancora ratificato l’accordo. Inoltre il nostro Paese non ha ancora detto ne spiegato come e cosa intende fare per tradurre in azioni gli impegni assunti a Parigi, un aspetto che ci preoccupa molto. Per questo in vista della prossima Cop22, che si si terrà ai primi di novembre a Marrakech, l’Italia abbia il coraggio di dare un segnale forte e di cambiamento dimostrando di essere in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Al Governo Renzi chiediamo di dotarsi di piani di decarbonizzazione, di una nuova Strategia Energetica Nazionale e di sostenere veramente la conversione verso un’economia low carbon. Il Piano Nazionale Industriale 4.0 e la legge di bilancio 2017 sono, in questo senso, due grandi occasioni da non perdere per accelerare la decarbonizzazione dell’economia e puntare sul pieno sviluppo delle energie pulite, sull’innovazione tecnologica e la bioeconomia. Una grande sfida per il rilancio economico dell’Italia e per il conseguimento degli accordi sul clima che il nostro Paese non deve perdere”, così dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente.
"Il voto di oggi dell’europarlamento dà gioia ed è un segno di speranza anche rispetto alla crisi dell’Unione europea", ha dichiarato Sergio Andreis, Direttore esecutivo di Kyoto Club. "Adesso occorre agire perchè non c’è tempo da perdere. Invitiamo il Governo a tenere conto dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi già con la prossima Legge di stabilità, che dovrebbe contenere proposte ambiziose, utili anche per la crescita del sistema Paese, a sostegno delle energie rinnovabili e la sostituzione dei combustibili fossili, per l’efficienza energetica, l’economia circolare e la mobilità sostenibile. Oltre che per il recupero dei ritardi negli impegni italiani per il Green Climate Fund", ha concluso Andreis.
WWF: UE torni in carreggiata e sia prima sulla decarbonizzazione
Il parlamento Europeo ha oggi approvato la ratifica da parte della UE dell’Accordo di Parigi; tale decisione sarà formalmente approvata dai ministri e poi registrata venerdì alle Nazioni Unite. Non è ancora chiaro se la ratifica UE peserà per intero, o se verranno conteggiati ai fini dell’entrata in vigore dell’accordo solo i Paesi UE che hanno già ratificato a livello nazionale.
Comunque, il 7 ottobre verranno raggiunte formalmente le condizioni perché l’Accordo diventi effettivo (un mese dopo) all’apertura COP 22 di Marrakech.
Lla UE pesa per il 12,08 %, mentre con i Paesi che hanno già ratificato si ha comunque un 4, 38% che, con l’attuale 51,89% supererebbe il necessario 55% delle emissioni.
La UE pare tornata in carreggiata, nonostante non ci abbia certo fatto una gran bella figura ad arrivare alla ratifica dopo USA, Cina, India e molti altri.
A essere messa in discussione è stata la leadership europea sul cambiamento climatico e sull’economia del futuro. La decisione è arrivata giusto in tempo per consentire all'Europa di sedersi al tavolo per la prima riunione degli Stati che aderiscono all’Accordo (CMA1) a Marrakech. Ma la UE è stata ed è ancora "fuori sincrono" con l'accordo di Parigi: con il pacchetto UE 2030 le proposte di politica climatica ed energetica non corrispondono a un obiettivo di riduzione del 95% nel 2050 per rimanere ben al di sotto dei 2 gradi – come indicato dalle stesse decisioni UE .
Tra in Paesi UE, ancora una volta l’Italia non si distingue tra i migliori: il DDL di ratifica forse verrà approvato nel prossimo Consiglio dei Ministri. Il dubbio è lecito, visto che precedentemente era stato annunciato entro settembre. Soprattutto, c’è il grande rischio che l’iter di approvazione si rallenti per via del referendum costituzionale: sarebbe un pessimo biglietto da visita.
Il WWF incoraggia Governo e Parlamento a destinare da subito una corsia preferenziale per la ratifica e procedere all’approvazione del DDL entro pochi giorni.
Quel che più delude è che l’Italia ha rallentato la ratifica europea, insieme alla Polonia, per contrattare sulla divisione del target europeo tra gli Sati Membri, sapendo benissimo che comunque quel target andrà rivisto al rialzo, perché inadeguato rispetto all’obiettivo di Parigi (limitare a 1,5°C , e comunque ben al di sotto i 2°C, il riscaldamento globale).
Entro il 2018 l’Italia dovrà presentare all’ONU il piano di decarbonizzazione, insieme ai Paesi UE; nel 2018 ci saranno le elezioni; è tempo che si cominci a dimostrare di essere capaci di futuro. Il tempo delle parole è finito, deve iniziare l’era dei fatti.
ANEV: "Il Governo italiano presti fede agli impegni presi a Parigi e ratifichi al più presto l’accordo"
Il Parlamento europeo ha approvato ieri la ratifica dell’accordo di Parigi, alla presenza del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e della Presidente della COP 21 Ségolène Royal, dando prova di coerenza rispetto al proprio ruolo di pioniere mondiale in materia di azione per il clima.
“È stata l’Europa che ha mediato il primo accordo globale giuridicamente vincolante sul clima” ha ricordato il Presidente Jean – Claude Junker nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 14 settembre, nel quale auspicava un rapida ratifica dell’accordo “È stata l’Europa che ha creato l'ambiziosa coalizione che ha reso possibile l'accordo di Parigi. Invito tutti gli Stati membri e questo Parlamento a fare la loro parte nelle prossime settimane, non nei prossimi mesi. Dobbiamo agire rapidamente”. E ha aggiunto ieri a traguardo raggiunto “Oggi l’Unione europea è passata, in materia di clima, dall’ambizione all’azione. L’accordo di Parigi è il primo del suo genere e non sarebbe stato possibile raggiungerlo senza l’Unione europea. Oggi continuiamo a dar prova di leadership e a dimostrare che, insieme, l’Unione europea può conseguire risultati”.
L’azione tempestiva dell’Unione Europea però non basta, dà anzi il via all’attuazione dell’accordo nel resto del mondo. È pertanto compito di tuttigli Stati Membri agire a loro volta per concretizzare gli impegni assunti, attuare le politiche e gli strumenti per realizzare gli obiettivi prefissati, guidare a transizione globale verso l’energia pulita e modernizzare l’economia. L’accordo entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua ratifica da parte di almeno 55 parti che rappresentano almeno il 55% delle emissioni totali. La Commissione europea ha già presentato le proposte legislative per rispettare l’impegni dell’UE a ridurre del 40% le emissioni entro il 2030, ma è necessario che gli Stati Membri ratifichino parallelamente e individualmente l’accordo, secondo le proprie procedure.
L’ANEV chiede al Governo Renzi di agire subito, di prestare fede alla promesse fatte a Parigi, di dimostrare lungimiranza e ambizione sui temi della Green Economy, di puntare davvero sulle fonti rinnovabili e sull’eolico, dando impulso ad un settore in grado di apportare benefici all’ambiente, all’economia e all’occupazione, e ad un processo di transizione che riduca l’utilizzo di fonti fossili e inquinanti prediligendo le energie pulite. Dopo le parole servono i fatti e quindi aspettiamo gli strumenti atti a realizzare gli investimenti necessari a trasformare “l’ambizione in azione”.
Il solo settore eolico in Italia è giunto a oltre 9.300 MW di potenza installata sul territorio nazionale in grado di produrre energia elettrica pari a14,6 TWh di energia pulita, che corrispondono a circa il 6% dei consumi totali di energia elettrica e che permettono di risparmiare 21 milioni di barili di petrolio e di coprire il fabbisogno di 15 milioni di persone circa.
L’Italia ratifichi al più presto l’ accordo della COP21!!!